Su base mensile marzo ha comportato una correzione al rialzo per i prezzi agricoli. In media uno 0,1% di crescita, rilevato dall'Ismea alla prima fase di scambio, che rivela una brusca decelerazione rispetto al più 0,5% di febbraio.

Su base annua l'indice, attestatosi a 131,1 (base 2000=100), ha fatto invece segnare una contrazione del 2,3%, nettamente più accentuata rispetto al meno 1,4% tendenziale di febbraio. Si allarga dunque il divario negativo dei prezzi rispetto all'anno scorso. Anche se l'andamento di marzo riflette dinamiche contrapposte, confermate da un calo (-6,4%) per le produzioni vegetali e da un aumento (+2,4%) per l prodotti zootecnici.

 

Un mese positivo per il bestiame, ma negativo per le coltivazioni

Anche su base mensile emergono variazioni di segno opposto, con una crescita dello 0,4% dei prezzi del bestiame vivo e dei lattiero-caseari nel complesso e una flessione dello 0,5% rilevata da Ismea nel comparto delle coltivazioni.
In dettaglio, marzo ha fatto emergere su base mensile riduzioni di prezzo dell'1,6% per i cereali e del 3,5% per la frutta. Sono invece rincarati, rispetto a febbraio, ortaggi (+6,7%) e vini (+2,7%). Più contenuto l'aumento dei prezzi degli oli di oliva limitato a un più 0,6% su base mensile. Ad eccezione degli avicoli, in calo dell'8,1% rispetto a febbraio, le quotazioni del bestiame vivo hanno registrato aumenti diffusi: dai bovini (+0,9%) ai suini (+3,2%), con punte del 5,5% per gli ovi caprini. In calo dello 0,7% i prezzi alla produzione di latte e derivati, con ribassi per i formaggi grana, ma soprattutto per il burro.

Anno nero per olio, cereali e frutta, mentre i vini sono in forte aumento

Rispetto al marzo 2011 Ismea rileva variazioni negative del 12% per i cereali e del 13% per la frutta. Ancora più evidenti i ribassi degli oli di oliva (-21,4%), mentre i vini spuntano un forte aumento, con un rincaro medio del 37,5%.

Prezzi in calo del 2,1% per i lattiero-caseari. Al contrario il bestiame vivo rincara mediamente del 6,7%, grazie soprattutto a un livello più elevato delle quotazioni alla prima fase di scambio per i capi suini (+10,2%) e per i bovini (+4,2%). In generale il mercato del bestiame vivo riflette, negli aumenti rilevati a marzo, le condizioni di scarsa offerta registrata a livello europeo, soprattutto nel comparto bovino, seppure in un contesto di ulteriori tensioni sul fronte dei costi di produzione.

Al contrario gli oli di oliva subiscono le pressioni alla vendita soprattutto da parte dei produttori spagnoli. Più calmo, in generale, il mercato dei cereali, in previsione di buoni raccolti e di semine in forte aumento in Italia. In difficoltà il comparto risicolo, con i livelli attuali di prezzo per i risoni scesi di quasi il 30% rispetto all'anno scorso.