"L'inflazione alimentare alla produzione viaggia su ritmi elevati: nonostante le quotazioni delle materie prime siano rimaste ferme sui prezzi di inizio 2011, le negoziazioni tra industria e grande distribuzione su un insieme di 46 prodotti alimentari monitorati da Unioncamere-Indis evidenziano ancora rincari sostenuti". 

A renderlo noto è l'Osservatorio 'Prezzi e Mercati' di Indis, l'Istituto nazionale distribuzione e servizi di Unioncamere:  "Negli ultimi dodici mesi l'aumento dei prezzi alla produzione è superiore al 4%". 

In particolare, Unioncamere rileva che ad essere in tensione sono soprattutto le carni, con rincari dell'8% per vitello e bovino adulto; anche i prezzi alla produzione del caffè e dello zucchero sono rincarati dell'8% in dodici mesi, mentre quelle della passata di pomodoro oltre il 9%. Aumenti diffusi anche per i latticini, tra i quali si segnalano gli aumenti del 4% per latte e mozzarella e del 5% per le uova. "Richieste di adeguamento dei listini alla produzione del 5% - fa sapere Unioncamere - sono state ricevute per pasta, riso e cereali da colazione. Ulteriori richieste di aumento anche per le carni e le uova".

 

Coldiretti: 'Tasse e caro-carburante le cause dei rincari alimentari'

"I rincari sono spinti da tasse e benzina che fanno impennare i costi di produzione". Così Coldiretti commenta le previsioni dell'Osservatorio di Indis-Unioncamere.

Il ritocco verso l'alto è annunciato dopo che - rileva la Coldiretti - i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati secondo l'Istat a marzo del 2,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, una percentuale al di sotto dell'inflazione (+3,3%) che hanno dunque contribuito a frenare. A pesare nei prossimi mesi è l'aumento del carico fiscale ma anche il record raggiunto dal prezzo dei carburanti in un Paese come l'Italia dove l'88% dei trasporti commerciali avviene per strada. A subire gli effetti dell'aumento dei costi energetici è - continua la Coldiretti - l'intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale.

L'effetto valanga determinato dall'aumento del costo dei carburanti sulla spesa è particolarmente evidente anche per la crescente dipendenza dell'Italia per l'alimentazione dall'estero da dove arrivano quasi la metà dei cibi consumati. Una situazione che - precisa la Coldiretti - espone l'Italia alle conseguenze dell'accresciuta volatilità dei mercati internazionali sotto la spinta delle speculazioni.

"Si conferma dunque - conclude la Coldiretti - la necessità di investire sul sistema produttivo agricolo nazionale che peraltro sta svolgendo con grandi difficoltà una funzione deflattiva con un calo dei prezzi alla produzione agricola dell'1,4% a febbraio rispetto allo scorso anno, con un ribasso record del 6,3% per le coltivazioni, secondo le rilevazioni Ismea".