I prossimi rincari dei prezzi degli alimentari del 5% sono spinti da tasse e benzina che fanno impennare i costi di produzione. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare le previsioni dell'Osservatorio 'Prezzi e Mercati' di Indis-Unioncamere che stima per i prossimi mesi un adeguamento dei listini dei generi alimentari con il costo di pasta, riso e cereali da colazione che potrebbero appunto salire del 5%.

Il ritocco verso l'alto è annunciato dopo che - rileva la Coldiretti - i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati secondo l'Istat a marzo del 2,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, una percentuale al di sotto dell'inflazione (+3,3%) che hanno dunque contribuito a frenare. A pesare nei prossimi mesi è l'aumento del carico fiscale ma anche il record raggiunto dal prezzo dei carburanti in un Paese come l'Italia dove l'88% dei trasporti commerciali avviene per strada. A subire gli effetti dell'aumento dei costi energetici è - continua la Coldiretti - l'intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale.

L'effetto valanga determinato dall'aumento del costo dei carburanti sulla spesa è particolarmente evidente anche per la crescente dipendenza dell'Italia per l'alimentazione dall'estero da dove arrivano quasi la metà dei cibi consumati. Una situazione che - precisa la Coldiretti - espone l'Italia alle conseguenze dell'accresciuta volatilità dei mercati internazionali sotto la spinta delle speculazioni.

"Si conferma dunque - conclude la Coldiretti - la necessità di investire sul sistema produttivo agricolo nazionale che peraltro sta svolgendo con grandi difficoltà una funzione deflattiva con un calo dei prezzi alla produzione agricola dell'1,4% a febbraio rispetto allo scorso anno, con un ribasso record del 6,3% per le coltivazioni, secondo le rilevazioni Ismea".