Il prezzo alla produzione dell'olio extra vergine di oliva è in forte calo. L'allarme viene dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori, che sottolinea come nel mercato pugliese, il più importante e il riferimento a livello nazionale, l'olio si scambia a valori intorno ai 2,2/2,3 euro al chilo, inferiori ai prezzi dell'anno scorso, già non remunerativi per i produttori. E' quindi evidente il danno economico per gli olivicoltori, alle prese con i forti aumenti dei costi di produzione e delle imposte.

"La campagna - spiega la Cia - era iniziata in modo più promettente e le quotazioni degli oli novelli avevano fatto sperare in un mercato più vivace, anche in considerazione dell'elevata qualità media di quest'anno. Poi le alte produzioni, localizzate, peraltro, solo in alcune province pugliesi (Foggia e Bari) in controtendenza con le altre realtà nazionali, e fenomeni speculativi nelle filiere distributive hanno determinato l'attuale situazione".

La Cia chiede che vengano analizzate tutte le possibilità di intervento previste a livello comunitario per le crisi di mercato, al fine di limitare per quanto possibile le perdite economiche dei produttori. In primo luogo, è opportuno attivare l'aiuto all'ammasso privato, portando il prezzo di intervento almeno ai 2,33 euro al chilo, come richiesto dal Copa-Cogeca, la struttura che riunisce organizzazioni degli agricoltori e delle cooperative europee. Tra le altre misure da valutare, anche gli "aiuti agli indigenti e i programmi di educazione alimentare e consumo consapevole".

La posta in gioco è alta, ricorda la Cia: l'olio, oltre a essere un simbolo della dieta mediterranea, è anche un settore in cui l'Italia detiene il primato qualitativo, rilevato e riconosciuto in tutto il mondo. Il problema è che non si riesce a "concretizzare questa leadership, in termini economici e di reddito per i produttori".

"Occorre - afferma la Cia - agire con determinazione per organizzare le filiere, sviluppare i prodotti a denominazione di origine e valorizzare l'extravergine di alta qualità, anche con regole di tracciabilità e di etichettatura trasparenti, insieme con efficaci programmi di informazione, che agevolino nei consumatori la percezione dell'eccellenza dell'olio di oliva italiano".