"Con la legge di Stabilità del 2012, al fine di rilanciare l'occupazione in agricoltura e, soprattutto, agevolare i processi di ricambio generazionale nel settore agricolo, il legislatore ha introdotto nell'ordinamento una norma che rende possibile l'alienazione dei terreni agricoli di proprietà dello Stato e degli enti pubblici nazionali non utilizzabili per altre finalità istituzionali. A tal fine, si prevede che entro tre mesi dall'entrata in vigore di tale disposizione, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con il ministero dell'Economia e delle finanze, adotti uno o più decreti con cui vengano individuati i terreni a vocazione agricola, che possono essere dismessi, attraverso l'asta pubblica o la trattativa privata".

Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, nel corso del 'question time' alla Camera, rispondendo a un'interrogazione di Simone Baldelli del Pdl e di Paolo Russo presidente della commissione Agricoltura della Camera sulla dismissione dei terreni agricoli di proprietà dello Stato e degli enti pubblici nazionali, provvedimento funzionale a un incremento delle entrate dello Stato e a favorire l'ingresso di giovani imprenditori nell'agricoltura italiana. "Si tratta – ha aggiunto il ministro – di un'attività complessa da svolgere in un arco temporale estremamente limitato. In conseguenza di ciò il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali si è già attivato per intraprendere ogni iniziativa utile all'attività istruttoria per l'adozione dei predetti decreti ministeriali, avvalendosi delle proprie strutture amministrative, nonché degli enti vigilati e delle società da questi controllate, al fine di acquisire celermente tutta la documentazione concernente i rilevati fotografici di tutto il territorio nazionale e in modo peculiare dei terreni agricoli". "Il ministero – ha concluso Catania – vigilerà affinché i terreni agricoli dismessi non vengano utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla norma evitando anche che si possa realizzare di fatto la svendita surrettizia di beni pubblici".