"La riforma Ciolos ha del tutto trascurato le produzioni di qualità". A partire da questo assunto - ribadito dall'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Tiberio Rabboni - si è tenuto nei giorni scorsi il faccia a faccia tra il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Cioloş, e nove regioni europee di riferimento per il settore agricolo, tra cui - per l'Italia - Emilia Romagna e Toscana, con il contributo delle Marche. Al centro dell'incontro il tema relativo alla Pac 2014-20. Presenti anche il relatore della riforma al Parlamento europeo, Luis Copoulas Santos, e il rappresentante del Consiglio europeo, il polacco Andrej Babuchowski.

Le Regioni hanno illustrato ai vertici europei le richieste di modifica della proposta di riforma agricola presentata il 12 ottobre scorso dal Commissario Ciolos e ora all'esame del Parlamento e del Consiglio europeo per la codecisione finale.
Dal canto suo, Rabboni, ha puntato sul tema delle produzioni di qualità, assenti - a suo dire - dal quadro delle proposte di riforma.

"Eppure le mille Dop, Igp, Stg europee espressione di tradizione, biodiversità e vocazioni territoriali con le loro unicità tutelate - ha sottolienato l'assessore emiliano-romagnolo -, rappresentano il biglietto da visita dell'agroalimentare europeo e contribuiscono alla creazione di una quota rilevante di valore economico e alla tenuta sociale delle aree rurali più periferiche".

 

Quattro modifiche alla riforma

"Ai vertici agricoli europei – ha detto Rabboni – abbiamo chiesto quattro modifiche alla riforma Pac: un riparto dei fondi tra i Paesi membri che tenga conto non solo delle superfici ma anche dell'occupazione e del valore della produzione; una percentuale dei pagamenti diretti riservata alle produzioni Dop, IGP, Sgt che attraverso i loro disciplinari garantiscono tradizione, biodiversità, paesaggio e vocazioni locali, veri e propri beni comuni; una priorità nelle misure di investimento dello sviluppo rurale e, infine, una priorità nelle iniziative europee di promozione agroalimentare".

 

Una proposta unitaria

"La proposta unitaria di queste nove regioni europee – ha concluso Rabboni – così distanti tra loro e diverse per caratteristiche produttive ed ambientali, offre anche agli Stati membri e in particolare all'Italia, un modello di buone prassi da seguire ed imitare. La riforma va cambiata. Lo si puà fare lavorando con gli altri. Lo spazio c'e. Bisogna solo cercarlo e praticarlo".
 

La risposta di Cioloş

Cioloş ha replicato alle osservazioni dichiarandosi impegnato a sostenere le produzioni di qualità di cui riconosce l'elevato valore distintivo e i caratteri di bene comune europeo. Ha sostenuto di voler favorire il riconoscimento del loro valore da parte del consumatore, l'ammodernamento delle strutture produttive e il miglioramento della gestione del prodotto sul mercato attraverso il sostegno alle Organizzazioni tra produttori.