Se la Pac non cambia la definizione di 'agricoltore attivo' la Coldiretti "scende in piazza e non torna più a casa. E' un avvertimento al governo". Lo ha detto il presidente Sergio Marini, concludendo l'undicesimo Forum internazionale dell'agricoltura che si è tenuto a Cernobbio.
Marini ha precisato che l'Italia può cambiare la norma a livello nazionale: pur ammettendo che potrebbe spiacere a qualcuno, il presidente della Coldiretti ha aggiunto che "si potrebbe ipotizzare un tipo di sostegno seppure inferiore per l'agricoltore non professionale".
"La maggiore preoccupazione della Coldiretti in questo momento – ha spiegato Marini – è che l'attuale impianto dei testi legislativi sulla Pac punisca in modo irreversibile chi dall'agricoltura trae un solo e unico reddito".
Marini si è detto pessimista sulla possibilità di modificare l'impianto voluto dalla Commissione europea e ha insistito sul fatto che l'unica possibilità per l'Italia di recuperare qualcosa è decidere su "a chi dare i soldi". Il presidente della Coldiretti non ha fatto nomi ma ha ironizzato lungamente su chi, a livello istituzionale, sarebbe dovuto essere a Bruxelles a presidiare e non lo ha fatto.
Marini però ha anche accusato la Commissione europea di essere in ritardo sulla percezione della realtà: "La proposta sulla Pac – ha detto – non tiene conto della crisi". "Gli assessori regionali all'Agricoltura sono disponibili a fare la loro parte nella definizione di una posizione comune italiana sulla Pac, ma a due condizioni: di poter partecipare alla delegazione che negozierà a Bruxelles la riforma e di entrare a far parte del 'punto di contatto' del ministero dell'economia che prepara la trattativa sul bilancio Ue". Lo ha detto il coordinatore degli assessori Dario Stefano, nel corso del suo intervento al Forum.
I testi legislativi "destano più che qualche preoccupazione", ha affermato Stefano, e la trattativa appare tutta in salita, con l'Italia "che parte da una condizione fortemente svantaggiata". Gli assessori - ha garantito - sono pronti a fare la propria parte, "senza volere esuberare dal proprio ruolo ma anche senza timori di lesa maestà".
Ma la strada appare difficile, secondo l'assessore pugliese, anche perché finora "l'Italia in Europa non è stata in grado di generare alleanze, che a 27 sono necessarie e vanno costruite per tempo". Bisogna "ritrovare autorevolezza", ma come può ritrovarla - ha proseguito Stefano - "un Paese che da anni non ha nessuna politica nazionale e che ha tagliato le risorse di quel Dpcm agricoltura che trasferiva alle Regioni le risorse per svolgere le attività costituzionalmente delegate? un Paese che considera sprechi i controlli funzionali in agricoltura o il miglioramento genetico?", ha chiesto l'assessore, che a questo proposito ha lanciato una proposta: "Reinserire il Dpcm agricoltura nel decreto sviluppo".
All'incontro è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione europea e commissario all'industria Antonio Tajani, che ha implicitamente confermato che il budget agricolo sarà in futuro ridotto e non ha nascosto di aver dovuto approvare la proposta Ciolos per la nuova Pac, nonostante - è sembrato di capire – alcune personali perplessità. Tajani ha affermato di essere impegnato a far sì che l'agricoltura sia sempre più parte integrante dell'economia reale e che è suo personale impegno sostenerla perché – ha detto –"gente come voi produce, crea mercato e posti di lavoro". Il vicepresidente della Commissione europea ha fatto notare che su una questione sensibile della futura Pac quale la deadline del 2028 per la introduzione di pagamenti uniformi la Commissione europea alla fine ha fatto marcia indietro cancellando quel termine. Tajani ha anche affermato che con il greening non si possano imporre sacrifici superiori alle possibiltà degli imprenditori. Il vicepresidente della Commissione ha sottolineato la sua convinzione che l'europa ha innate risorse per uscire dalle difficoltà ma che bisogna "essere capaci di avere governance economica", facendo di più: "Servono scelte comunitarie", ha detto.
Agroenergie
Al Forum di Cernobbio spazio anche alle agroenergie, sulle quali Marini ha dichiarato di aver tre obiettivi, sintetizzandoli in "Contribuire al bilancio energetico; creare reddito per imprese; creare vantaggio ambientale".
No al falso made in Italy
Marini ha anche annunciato una manifestazione con il falso made in Italy nell'ambito della vicenda Simest, la società controllata dal ministero dello Sviluppo economico che produce formaggi 'italiani' in Romania, il cui caso era stato denunciato un anno fa dalla stessa Coldiretti.
"E' grave – ha dichiarato Marini – portare l'industria italiana all'estero con i soldi dei contribuenti" e a chiesto le dimissioni dell'amministratore delegato della Simest e il rientro dei capitali indebitamente investiti per operazioni che riguardano produzioni non italiane. Il presidente della confederazione ha ricordato, a questo riguardo, come la Simest di recente abbia acquisito il 16% di Parmacotto, che investe negli Stati Initi tramite Salumi Rosi, produttrice di una bresaola, il cui prototipo è stato mostrato da Marini, fatta con carne uruguayana e di un culatello prodotto negli Usa. Secondo Marini, che si è rivolto a tutti coloro i quali "hanno a cuore l'Italia", è inaccettabile non trovare i soldi per il decreto sviluppo e al tempo stesso però investire nel settore agroalimentare all'estero con i soldi Italiani.
La posizione di Marini sull'attività della Simest è stata ampiamente condivisa dall'assessore veneto all'Agricoltura, Franco Manzato, che ha aggiunto: "La denuncia di Coldiretti non deve restare senza seguito, tenuto conto che non è la prima volta che alla Simest, di proprietà dello stato italiano, è attribuita la responsabilità di finanziare iniziative che non solo fanno concorrenza ai produttori del nostro Paese, ma compromettono l'immagine del Made in Italy". E ha aggiunto: "Vogliamo chiarimenti e certezze immediate".
La rivoluzione cromatica
Una nota più 'leggera', anche se non priva di interessanti risvolti tecnici ed economici, è venuta dalla seconda giornata del Forum, con una mostra che ha voluto testimoniare la 'rivoluzione cromatica' avvenuta nella borsa della spesa e sulla tavola degli italiani.
Peperone nero, basilico rosso, carota bianca e riso rosso sono solo alcuni dei prodotti in mostra, frutto di una selezione non biotech ed emblema della ricchezza di biodiversità presente sul territorio nazionale. Belli da vedere, sì, ma soprattutto sani da mangiare: proprio al loro colore insolito sono legate esclusive proprietà salutistiche e nutrizionali: ad esempio, la patata viola coltivata in Trentino ha un gusto dolce, è ottima – assicura la Coldiretti - se preparata lessa ed è ricca di antociani che migliorano la vista e prevengono il deposito di colesterolo sui vasi sanguigni.
Il Forum di Cernobbio si è concluso con l'annuncio delle date in cui si terrà la prossima edizione, la dodicesima: appuntamento al 19 e 20 ottobre 2012, sempre a Cernobbio.
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Fonte: Agrapress