Crisi dell'agricoltura tradizionale? La multifunzionalità può essere la risposta. 

Nei workshop per migliorare la competitività aziendale organizzati da L'Informatore Agrario in collaborazione con Unacoma ad Agrilevante a Bari il 13 e il 15 ottobre alle 14.30 e giovedì 14 ottobre alle 11.30, si parlerà infatti della scelta di svolgere un'attività aggiuntiva rispetto a quella tradizionale di coltivazione e allevamento.
Una tendenza in crescita in Italia, incentivata anche da regimi di aiuto compresi nei Programmi di sviluppo rurale.

"In base a dati Inea oggi le aziende multifunzionali rappresentano il 10,3% del totale, occupano il 17,7% della forza lavoro agricola, detengono il 25,4% della produzione agricola nazionale e il 23,8% del valore aggiunto del settore", spiega Ermanno Comegna, esperto de L'Informatore Agrario.

Il Sud Italia gioca la parte del leone: ben il 41% delle imprese è localizzato nel Meridione, ma le prospettive di crescita riguardano l'intero Paese: "Il turismo rurale, la vendita diretta in azienda, l'agricoltura sociale, l'artigianato, ad esempio, rappresentano oggi strategie competitive sempre più sposate dai nostri imprenditori per rispondere a una concorrenza agguerrita a livello globale", commenta Nicola Castellani, caposervizio de L'Informatore Agrario.

Per avviare nuove attività servono però finanziamenti che, secondo Comegna, possono essere reperiti attingendo ai regimi di aiuto messi a disposizione dai Programmi di sviluppo rurale di ogni regione. Per gli interventi di consulenza e assistenza tecnica alle aziende agricole, ad esempio, nel periodo 2007-2013 si parla complessivamente di 231 milioni di euro. La Puglia, con 35 milioni di euro, è la regione più generosa, seguita dalla Campania con 25.

Un trend confermato da Donato Fanelli, vice presidente del Gal del Sudest barese che interverrà sabato 15 ottobre al workshop: "La Puglia ha investito molto sulla diversificazione e dispone di numerose risorse finanziarie, la multifunzionalità viene oggi scelta nel 25% dei casi da giovani, che spesso si dedicano alla masseria dei progenitori".

Lo testimonia anche Domenico Pinto, 45 anni, con un'azienda agricola produttrice di uva che nel 2012 aprirà al pubblico una villa settecentesca ristrutturata e avviata ad agriturismo e vendita diretta: "Molte produzioni da sole sono diventate antieconomiche, occorre impegno e coraggio perché cambiare stile è costoso ma di fronte ai prezzi sempre più ridotti che ci impone la Grande distribuzione la nostra leva per garantirci valore aggiunto è puntare sul territorio, sull'integrazione turismo rurale-prodotti tipici".

Per approfondimenti clicca qui