“Sul tema delle biotecnologie e della genomica in agricoltura è necessario discutere senza slogan, per arrivare così a scelte consapevoli. Il dibattito è aperto e le nostre riflessioni hanno bisogno di tempo. La comunità scientifica ha presentato nel convegno di oggi spunti interessanti e, soprattutto, disinteressati. Sono convinto che dobbiamo considerare il nostro Paese come se fosse una grande azienda che si misura con fattori come la produttività, la qualità, i competitor, la promozione ed il prezzo di mercato. Come Governo il nostro compito è tutelare le produzioni italiane in ambito globale. Perciò il mio ragionamento è semplice: se scegliessimo la strada degli organismi geneticamente modificati ci uniformeremmo alle scelte di molti Paesi, morfologicamente più adatti dell’Italia a questo tipo di colture, ma il nostro peso in termini di produzione diverrebbe irrilevante. Dobbiamo tenere in considerazione che la nostra superficie agricola non ci consente questo tipo di soluzione. Le nostre produzioni agricole, infatti, sono incapaci di produrre reddito autonomamente senza le risorse previste dalla Politica agricola comune. Dobbiamo, quindi, rafforzare la produzione lorda vendibile mantenendo apprezzabilità dei nostri prodotti, perché non possiamo competere sul piano dei prezzi, visto che contro alcuni paesi partiremmo in svantaggio. Abbiamo la necessità di indirizzarci verso l'eccellenza, verso un mercato di nicchia che è in espansione. A tale scopo dunque dobbiamo sostenere nel mondo il Made in Italy, promuovendo le iniziative che mettiamo in campo e che rendono unici i nostri prodotti. I prodotti italiani devono raccontare la nostra cultura, la tradizione, la sicurezza e anche la capacità di innovare incontrando i gusti dei consumatori”. 

Così è intervenuto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, al convegno tenutosi presso la Sala Cavour del ministero, sul tema “Genomica e Biotecnologie applicate all'Agricoltura: quali prospettive?”, organizzato dal Cra, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura

Al convegno, voluto dal ministero per affrontare il tema in maniera laica e sostenendo un confronto scientifico aperto, sono stati trattati argomenti come la coltivazione delle Pgm, Piante geneticamente modificate e la diffusione della biotecnologia Mas, Marker assisted selection, selezione assistita da marcatori.

A conclusione del convegno è intervenuto anche Ferruccio Fazio, ministro della Salute, che ha ribadito l’impegno del ministero da lui guidato nell’ambito della sicurezza alimentare, in particolare collegata con la ricerca sulle biotecnologie e l’uomo, e l’identità di posizione con il ministro Romano sul tema della coltivazione degli Ogm in Italia.  

“Dico no agli Ogm come coltivazione, perché – ha proseguito il ministro Romano - se fossimo gli unici al mondo a soddisfare il consumatore che cerca il prodotto non Ogm i nostri spazi di mercato aumenterebbero. Sostenere la ricerca – come io ritengo debba essere – significa mettere a disposizione della produzione gli strumenti per raggiungere questo obiettivo che l'azienda Italia si vuole dare. Sono molto attento a tutte le novità, perché non credo che ci sia necessaria correlazione tra risultato scientifico e applicazione in campo. Guai a fermare la ricerca e la sperimentazione in laboratorio, ma dobbiamo avere chiaro dove vogliamo indirizzare gli studi per arrivare al nostro obiettivo. E' responsabilità delle istituzioni politiche, infatti, indicare la strada da percorrere”.