"Non vogliamo assolutamente minimizzare quanto sta accadendo in Europa, nè additare colpe a nessuno, ma una cosa è certa: basta avere un minimo di accortezza sull'origine del prodotto, che è obbligatoria in etichetta, e comunque seguire i dettami igienici più elementari, tipo sbucciare il prodotto e lavarsi accuratamente le mani, per non correre alcun rischio".
Lo ha detto presidente della Copagri, Franco Verrascina, intervenendo sul caso dei cetrioli colpiti dal batterio E.Coli.
"Ricordo - ha affermato il presidente della Copagri - che non sono stati riscontrati in Italia casi di cetriolo infettati dal batterio escherichia coli e la psicosi che si va diffondendo per ogni genere di ortaggio e verdura non è giustificata. Il problema casomai è economico, visto che la Germania ha bloccato la vendita e, quindi, l'import di cetrioli cetrioli e non solo".
Secondo Verrascina "ancora una volta si sbatte il mostro in prima pagina senza tener presente i gravi danni che si provocano al mondo agricolo. I produttori italiani - avverte il presidente della Copagri - rischiano il tracollo dei conferimenti e quindi dei relativi ricavi per qualcosa di cui non hanno la minima responsabilità. Sono evidenti le ripercussioni negative di un mercato globalizzato senza regole comuni ed ogni volta che emerge un rischio per la salute, non dovuto a responsabilità italiane, i nostri produttori che lavorano seriamente e sono sottoposti a rigidi oneri in materia di rispetto delle norme igienico-sanitarie devono subire la beffa oltre il danno. Noi - conclude Verrascina - ribadiamo che i controlli in Italia ci sono e sono tra i più affidabili al mondo, che c'è sicurezza se si sceglie prodotto italiano e che questo è possibile grazie all'obbligatorietà dell'origine in etichetta. Ogni forma di psicosi è, dunque, assolutamente ingiustificata".
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