Veneto
Arriva il lavoro a chiamata per i contoterzisti
Primo importante atto dell'Ente bilaterale regionale per le attività di contoterzismo in agricoltura del Veneto. Costituitosi alla fine di gennaio, l'Ente bilaterale, in forza della delega attribuitagli dal contratto integrativo regionale, ha disciplinato le modalità di accesso al cd. 'Lavoro a chiamata', non regolamentato dal contratto nazionale, ampliando significativamente le possibilità di usufruirne da parte delle aziende agromeccaniche.
Un evento atteso da tempo dal comparto, come spiega il direttore di Apima Verona Clemente Ballarini: "Si trattava di adeguare le modalità di svolgimento della prestazione lavorativa alle esigenze di flessibilità tipiche del nostro settore - sottolinea - offrendo, tramite il lavoro intermittente, uno strumento appropriato per i lavoratori che intendono integrare il proprio reddito nel settore del contoterzismo, garantendone lo svolgimento all'interno di un contesto di legalità. La principale novità dell'accordo, siglato d'intesa con le organizzazioni sindacali regionali della Fai Cisl e Uila Uil, riguarda l'estensione dell'arco temporale in cui è possibile attivare il lavoro intermittente. Grazie alla contrattazione territoriale si è riusciti - sottolinea sempre Ballarini - ad andare oltre le previsioni della legislazione nazionale rendendo possibile il ricorso a tale forma di lavoro per tutto il periodo in cui si concentrano le lavorazioni del nostro settore".
In sostanza si applica a tutte le lavorazioni meccanico-agricole nonché alle operazioni di raccolta e lavorazione dei prodotti colturali da svolgersi nel periodo che va dal primo marzo al 15 novembre. L'Ente bilaterale manterrà ruolo di vigilanza su questo istituto contrattuale in quanto l'assunzione del lavoratore deve essere preceduta dal rilascio di un parere di conformità da parte dell'Ente stesso e le aziende dovranno essere in regola con i versamenti contributivi previsti dalle norme contrattuali.
Fonte: Unima
Sardegna
Rinnovabili, fermi i 7 milioni di euro previsiti dalla Regione
In mancanza di un decreto attuativo, sono fermi i 7 milioni di euro previsti dall'articolo 12 della legge regionale 15 sugli impianti per la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole. A denunciarlo è la Confagricoltura regionale, il cui presidente, Gigi Picciau, non vede "alcun spiraglio per il mondo delle campagne che contava sulle energie rinnovabili per rilanciare i redditi agricoli e creare nuova occupazione".
La conseguenza è "il blocco di numerosi ambiziosi progetti tra i quali anche la creazione di tre poli fotovoltaici e integrati con le biomasse, che - nota Picciau - dislocati nel nord, nel centro e nel Campidano, avrebbero generato un indotto stimato in 1500 posti di lavoro".
Secondo la Confagricoltura Sardegna il recente decreto legislativo sulla promozione di energia da fonti rinnovabili aggrava la situazione modificando il sistema normativo degli incentivi per la produzione di impianti solari fotovoltaici.
Fonte: Agrapress
Friuli Venezia Giulia
Ogm, approvata la legge regionale: no alla coltivazione, sì alla sperimentazione
Il Consiglio regionale ha approvato, con alcuni emendamenti, la legge sulle "disposizioni relative all'impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura". Le modifiche hanno interessato il punto centrale della legge: viene confermato il divieto di coltivazione di Ogm sul territorio regionale, salvo che a fini sperimentali, purchè le sperimentazioni siano autorizzate ai sensi della direttiva comunitaria del 2001 in materia.
Tra le novità introdotte nella legge, un articolo - il 3 bis - sulla ristorazione collettiva nelle scuole e nei luoghi di cura della regione, ma anche negli uffici degli enti locali e regionali e in quelli dei privati convenzionati, ai quali si raccomanda la somministrazione di prodotti che non contengano Ogm e di preferire prodotti biologici, tradizionali, a denominazione protetta o a indicazione geografica tipica.
Fonte: Agrapress
Basilicata
Due anni di Alsia sul web
Compie un anno la presenza dell’Alsia, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, sul web 2.0: dal 25 marzo del 2010 sono infatti attive le pagine istituzionali dell’Agenzia su Facebook, il più popolare dei social network, e su Youtube. Una presenza che ha ampliato il pubblico di coloro che si informano sui temi dell’agricoltura attraverso i canali comunicativi dell’Alsia.
Nell’arco di questo primo anno su Facebook sono state raggiunti 1.985 contatti e pubblicate di volta in volta tutte le notizie presenti anche sul portale dei Servizi di Sviluppo Agricolo dell’Agenzia all’indirizzo www.ssabasilicata.it.
Su Youtube, la piattaforma informatica internazionale per la condivisione dei video, sono stati caricati sulla pagina dell’Agenzia 98 video, prodotti dall’Area Comunicazione dell’Agenzia, con 4.372 visualizzazioni e 9.478 caricamenti delle pagine. Tra i video più visti, quello sulla semina di grano su sodo e sulla potatura dell’olivo, segno questo di un particolare interesse da parte del pubblico riguardo ai filmati inerenti le pratiche agricole.
E proprio su quest’ultimo aspetto l’Agenzia ha intenzione di proseguire nella produzione di video “tecnici”, per consentire agli imprenditori, e agli interessati in genere, di poter disporre in qualsiasi momento di filmati esplicativi sulle pratiche di campo più comuni.
Fonte: Alsia
Emilia-Romagna
Nascono le prime organizzazioni interprofessionali agroalimentari
Più uniti e più forti nel mercato globale. Nascono in Emilia-Romagna le organizzazioni interprofessionali del comparto agroalimentare, un nuovo strumento per regolare i rapporti tra aziende di produzione, trasformazione e distribuzione, rafforzando l'integrazione e la competitività dell'intera filiera.
Le organizzazioni interprofessionali possono rappresentare un fattore strategico di competitività, proprio perché permettono di stabilire regole condivise per governare al meglio l'intero percorso dal campo al banco del supermercato: dalla programmazione quantitativa e qualitativa delle produzioni, alla logistica; dall'applicazione di politiche di qualità e di sostenibilità ambientale ad una più efficiente pianificazione economica e commerciale. Con vantaggi non solo per tutte le componenti della filiera ma anche, grazie alla possibilità di prevenire impennate dei prezzi e di migliorare la qualità per il consumatore.
Con una delibera approvata nei giorni scorsi, la Regione ha fissato i requisiti per la costituzione delle organizzazioni interprofessionali, sulla base di una discussione in atto anche a Bruxelles e in Paesi come Francia e Olanda in cui l'agricoltura contrattualizzata rappresenta una realtà molto diffusa.
Il provvedimento prevede in particolare che all'organizzazione interprofessionale possano partecipare, oltre agli organismi di rappresentanza, anche le singole imprese di produzione, trasformazione e distribuzione e stabilisce un sistema di indennizzi verso le imprese socie danneggate da altre che violino gli accordi.
Il primo comparto produttivo a partire con un'organizzazione interprofessionale è quello del pomodoro da industria, un comparto di grande importanza sia a livello regionale che nazionale che deve fare i conti con l'eliminazione degli aiuti comunitari e con l'accresciuta concorrenza globale, cinese in primo luogo.
Fonte: Regione Emilia-Romagna
Piemonte
Insediato il tavolo anti-burocrazia
Su sollecitazione delle organizzazioni agricole piemontesi, si è insediato il 29 marzo, presso l'Assessorato regionale all'agricoltura, il tavolo anti-burocrazia del settore vitivinicolo.
Le organizzazioni interessate comunicheranno all'Assessorato agricoltura, entro il 20 aprile, le proprie riflessioni e proposte. Nei giorni successivi, gli uffici competenti individueranno le questioni che competono alla Regione e quelle che riguardano invece la sfera normativa nazionale. L'Assessore regionale all'agricoltura Claudio Sacchetto ha dichiarato: "Vogliamo far sì che il Piemonte rappresenti una Regione capofila in questo ambito, tenuto conto del fatto che abbiamo ottenuto la disponibilità del Ministero".
Fonte: Agrapress
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Fonte: Agronotizie