Il 21 maggio ha avuto luogo l'assemblea 2010 del Consorzio Il Biologico e Ccpb Srl. Si è discusso delle questioni più attuali e delle prospettive di entrambe le organizzazioni, ma anche del biologico più in generale. All'interno dell'assemblea è stato organizzato un seminario dal titolo 'Biologico: dalla produzione al consumo. Come recuperare efficienza lungo la filiera'.

L'evento è stato moderato dal professor Roberto Della Casa, con l'introduzione di Enrico De Ruvo dell'Osservatorio prodotti Dop, Igp e biologici di Ismea.

A margine del seminario Enrico De Ruvo, a proposito del biologico nel 2010, ha detto: "Abbiamo visto che i prezzi medi al consumo sono un po' calati, di circa un 2%: un dato che in tempi di crisi ha influito sull'incremento della domanda. Si è inoltre registrata una maggiore sensibilità verso i temi salutistici e ambientali, che ha portato il consumatore a soffermarsi su questi prodotti, in modo maggiore rispetto ai prodotti che hanno una denominazione d'origine.
Degli ultimi dodici mesi sostanzialmente possiamo dire che il trend è abbastanza simile a quello con cui si è chiuso il 2009: anche nei primi mesi di quest'anno assistiamo ancora ad una
crescita superiore al 7%. Una cosa interessante da notare è che Paesi quali la Germania e l'Inghilterra, anche se hanno dei fatturati superiori a quello del biologico italiano, hanno accusato una certa crisi".

A proposito dell'offerta di biologico da parte della distribuzione nazionale, De Ruvo ha spiegato: 'Le vendite sono andate meglio nei supermercati rispetto agli ipermercati, anche se l'incremento si è verificato in entrambi i canali; buoni incrementi si sono avuti negli hard discount, ma occorre precisare che si è partiti da valori limitati e tali da generare un trend significativo".

E Fabrizio Piva, amministratore delegato di Ccpb Srl, ha così spiegato il significato del seminario. "Nonostante i venti di crisi che soffiano sull'economia internazionale e le conseguenze che si sono fatte sentire anche nel settore agroalimentare, soprattutto a partire dall'ultimo trimestre del 2009, il biologico continua a far registrare tassi di crescita che complessivamente vanno in controtendenza rispetto al settore convenzionale. La crescita registrata da Ismea nel 2009, rispetto al 2008, del 6,9 % testimonia l'andamento positivo".

Piva precisa: 'Questo, però, rischia di nascondere alcune 'tensioni' commerciali che hanno accompagnato tutto il 2009 e questo primo quadrimestre del 2010: accanto ad una crescita dei volumi di vendita, i prezzi 'interfiliera', ovvero negli scambi fra imprese, si sono ridotti, in alcuni casi anche in modo significativo, esponendo le aziende a tensioni di tipo commerciale e trasferendo 'a monte' tali diminuzioni. Tutto ciò in un periodo in cui il settore primario ha fatto registrare una diminuzione in termini di aziende e di superfici, complice anche una politica poco avveduta delle Regioni che, nell'ambito dei Piani di sviluppo rurale, non hanno premiato la misura agroambientale rivolta al biologico".

Piva conclude con un invito ad "analizzare le motivazioni e comprendere come evitare che la crescita del settore possa avere riflessi negativi verso anche una sola delle parti in gioco, poiché questo porterebbe ad una riduzione di competitività dell'intero settore e tutti ne soffrirebbero a breve le conseguenze. In ogni anello di filiera occorre lavorare meglio per recuperare efficienza, migliorando le condizioni di produzione, riducendo sfridi e perdite e razionalizzando la logistica. Solo recuperando efficienza con una grande iniezione di innovazione riusciremo a mantenere i primati che il nostro Paese ha saputo agguantare in questi ultimi 15 anni".