"Si intravedono flebili segnali di ripresa per l'agricoltura italiana grazie all'aumento della produzione (+2% nel primo trimestre dell'anno rispetto ai precedenti tre mesi del 2009) e del valore aggiunto (+2,5%), ma per le imprese il barometro segna sempre brutto tempo. I redditi restano in 'profondo rosso' (- 20,6% lo scorso anno), mentre i prezzi sui campi vanno ancora in picchiata (-7% nel primo trimestre 2010 nei confronti dell'analogo periodo del 2009) e i costi produttivi, contributivi e burocratici continuano a pesare in maniera opprimente sulle imprese (+12% nel 2009)".

Questo il parere della Cia-Confederazione italiana agricoltori in un comunicato in cui commenta gli ultimi dati diffusi dall'Ismea, che delineano i contorni di un settore ancora in grave crisi, con molte aziende sull'orlo del tracollo e con prospettive future molto incerte.

Anche la Copagri è intervenuta sull'argomento dicendo che nel mese di aprile 2010 l'indice Ismea dei prezzi agricoli ha fatto registrare l'ennesimo dato negativo di una congiuntura critica che pare non conosca fine: alla flessione dello 0,6% dei prezzi su base mensile va aggiunto il -4,5% rispetto ad aprile 2009.

La Copagri sottolinea la necessità di ripristinare un'organica politica agraria nazionale che guardi al futuro, restituendo al settore la programmazione e investendo nell'innovazione, con interventi concreti per arginare la crisi ed evitare un drastico ridimensionamento del settore.