"Le divisioni ideologiche all'agricoltura italiana, ma in particolar modo all'olivicoltura, non servono. Il comparto olivicolo, forse più di altri settori produttivi, ha bisogno di unità". E' questo il messaggio forte scaturito dalla riunione congiunta dei tre Consigli di amministrazione delle unioni olivicole
Aipo - Associazione italiana produttori olivicoli,
Cno - Consorzio nazionale degli olivicoltori e
Unasco - Associazione organizzazioni produttori olivicoli, che si è tenuta a Roma, per un'analisi approfondita del settore, nell'ipotesi di una più stretta e fattiva collaborazione, anche per la realizzazione degli obiettivi previsti dal decreto 102.
"Bisogna guardare al futuro - hanno affermato i tre presidenti di Aipo, Cno, Unasco, Dipierdomenico, Di Rollo e Fiorillo -
nell'ottica della commercializzazione del prodotto, ma anche per il rilancio dell'olivicoltura italiana, in uno spirito di stretta collaborazione con l'industria ed il commercio".
L'iniziativa delle tre unioni olivicole, aperta a quanti condividono l'impostazione del percorso congiunto di filiera, continuerà con iniziative territoriali finalizzate ad un'attenta analisi delle situazioni associazionistiche territoriali, per possibili ipotesi di razionalizzazione e di sviluppo delle o.p. esistenti.
"Di occasioni perse ce ne sono state tante negli ultimi anni - hanno sostenuto i tre presidenti in una nota - ma crediamo che il percorso unitario intrapreso qualche tempo fa, ad opera anche di Aipo, Cno e Unasco, che ha portato al rilancio dell'interprofessione olivicola e del Consorzio extravergine di qualità, possa portare anche utili e necessarie semplificazioni nel mondo delle unioni olivicole, anche e soprattutto per rafforzare il settore".