"Se, con il nuovo regolamento sull’origine obbligatoria ottenuto dal ministro Zaia, non ci sarà più confusione sulla provenienza, occorre ora assicurare una stretta equivalenza tra qualità e italianità e diffondere tra i produttori italiani la consapevolezza che solo producendo oli extra vergini di più alta qualità, si potrà acquisire maggiore valore e difendere l’immagine del nostro prodotto nel mondo".
E' questo il messaggio lanciato da Elia Fiorillo, presidente del Consorzio di Garanzia dell’olio extra vergine di oliva di qualità, nel corso della conferenza stampa dal titolo 'Perché un extra vergine italiano di alta qualità?', tenuta presso l'Associazione della stampa estera in Italia di Roma.
I dati elaborati dal Consorzio parlano chiaro, i prezzi continuano ad essere in balia delle tensioni al ribasso del mercato spagnolo.
I 2,62 euro al kg rilevati per i prezzi alla produzione dell’olio extra vergine italiano nel mese di novembre, sono la conferma di una situazione drammatica, su cui sembra impotente anche il nuovo regolamento sull’origine obbligatoria.
Sembra paradossale, ma il tanto blasonato extra vergine '100% italiano', è venduto ad un prezzo medio che supera di solo l’1,5% il prezzo dell’extravergine base. E’ così che si spiega, secondo Fiorillo, perché una parte dell’olio extra vergine italiano, tra l’altro quello di più elevata qualità tra gli oli non Dop e Igp, è proposto nei segmenti premium delle principali marche dove il riferimento all’origine italiana è poco più che accennato in retroetichetta, ma dove i plus di prezzo sono dell’ordine del 40% in più del prezzo dell’extra vergine base. Da qui la necessità di correre ai ripari, ha voluto rimarcare il presidente del Consorzio, perché allo stato, i livelli di prezzo dell’olio 100% italiano non consentono agli olivicoltori nazionali di coprire i costi di produzione di un olio di qualità, eppure si necessita di un’olivicoltura forte e produttiva, che faccia margini con oli extra vergini di qualità e consenta di rafforzare all’estero la posizione competitiva dell’Italia.
"Quello che chiediamo è di riconoscere ufficialmente un extra vergine italiano di alta qualità, che risponde al disciplinare nato dalla collaborazione degli operatori della filiera. Si tratta - ha concluso Fiorillo - di una vera e propria innovazione di prodotto e di processo volta a rafforzare la distintività del prodotto italiano e a creare un meccanismo virtuoso che a regime potrebbe interessare l’80% dei volumi delle aziende olivicole italiane del segmento extra vergine”.
Coldiretti e Confagricoltura applaudono l’olio '100% alta qualità'
Quasi due italiani su tre (65%) si sentono piu’ garantiti sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari da un marchio degli agricoltori italiani rispetto ad uno industriale (13%) o della distribuzione commerciale (8%).
E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, in riferimento ai risultati dell’indagine Coldiretti/Swg, nell’esprimere soddisfazione per l’arrivo sul mercato grazie all’Unaprol dell’olio extravergine di oliva “100% qualità italiana”.L’olio 100 % qualità italiana rappresenta una concreto tassello per accelerare il nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana per arrivare ad offrire ai cittadini nei diversi settori prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli agricoltori.
"Un’azione volta a rafforzare il coordinamento di filiera per creare valore e rendere più competitivo il nostro sistema Paese è quanto di più auspicabile e urgente per il settore olivicolo italiano". E’ questo il commento del presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni all’iniziativa del Consorzio di Garanzia dell’olio extravergine d’oliva di qualità tesa al riconoscimento del marchio 'Alta qualità'.
Ben venga pertanto, a parere di Confagricoltura, il riconoscimento di 'Alta qualità' per difendere l’olio extra vergine italiano, soprattutto quando a richiederlo è una struttura di filiera integrata come il Consorzio, dove la collaborazione tra produttori e grandi marche può assicurare un impatto significativo ed efficace sul mercato mondiale.
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Fonte: Agronotizie