L'agroalimentare italiano tiene. Secondo i dati Istat diffusi nei giorni scorsi, la voce relativa alle esportazioni del made in Italy - "prodotti alimentari, bevande e tabacco" - sono cresciute nel 2008 del 9,9%, mentre le importazioni hanno fatto registrare un -4%. In calo, invece, i prodotti "dell'agricoltura, silvicoltura e pesca", che segnano un -10,8%. Nel corso dell'anno l'interscambio complessivo dell'Italia ha segnato un saldo negativo per 11.474 milioni di Euro, più ampio di quello rilevato nel 2007, pari a 9.447 milioni, con una crescita per le  esportazioni del 2% e del 2,5% per le importazioni.

"Nonostante le difficoltà degli ultimi mesi il 2008 si chiude positivamente per il made in Italy, con una crescita complessiva del 2%, secondi solo alla germania (+3%) e certamente meglio di altri paesi che hanno chiuso l'anno con il segno negativo come Spagna, Grecia, Irlanda e Giappone che hanno perso oltre il 10%
- ha detto Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al Commercio estero -. Ciò significa che l'Italia resiste e meglio degli altri partner e subisce la crisi dei consumi dei nostri principali partner commerciali".

"Con un aumento record del 13% nelle esportazioni, volano nel 2008 i prodotti base della dieta mediterranea che battono la crisi e confermano la grande fiducia conquistata dal made in Italy a tavola che fa segnare la migliore performance tra tutti i prodotti di eccellenza"
. E' quanto emerge da uno studio della Coldiretti, divulgato in occasione dei dati Istat. "L'alimentare - si legge in una nota - è il settore che ha realizzato la migliore performance positiva nel 2008 con aumenti per pasta (+28%), conserva di pomodoro (+20%), frutta (+14%), vino (+5) e olio d’oliva (+2%)". "Con un incremento del 27% è stata la pasta - sottolinea la Coldiretti - a far segnare un boom delle spedizioni che sono state dirette per oltre 2/3 nei paesi dell’Unione europea, ma con ben il 9% anche negli Stati Uniti. Seguono le conserve di pomodoro con un aumento del 20% e prospettive ancora più positive per il 2009 che si è aperto con il superamento dei superdazi applicati dagli Stati Uniti alla pummarola made in Italy come misura di ritorsione per il no europeo alla carne agli ormoni. L’anno appena passato fa segnare anche la riscossa della frutta made in Italy con un aumento del 14% delle esportazioni mentre il 2009 si è aperto con un fatto storico come il via libera alle esportazioni di kiwi italiano in Cina dove il consumo di frutta è passato dai 40 ai 70 chili in media per persona negli ultimi dieci anni e tende, con lo sviluppo, ad avvicinarsi rapidamente ai livelli europei.

"A chiusura del bilancio 2008, il comparto agricolo-alimentare ha ottenuto dei significativi recuperi". E' il commento di Confagricoltura. "Le esportazioni di prodotti agricoli ed agroalimentari, allo stato naturale e trasformati, hanno raggiunto circa 26.000 milioni di euro, con un aumento del 9,2% sul 2008, più del doppio di quello delle importazioni (circa 34.600 milioni; +4,5%). L'effetto sulla bilancia commerciale - prosegue la nota - è stato positivo, contribuendo ad abbassare il disavanzo agricolo-alimentare a circa 8.700 milioni di euro (-7,2% sul 2007) e a migliorare il grado di copertura delle esportazioni, rispetto alle importazioni (74,8%, a fronte di 71,6% per il 2007). Il risultato è stato ottenuto con il contributo soprattutto delle esportazioni dei prodotti agricoli trasformati, che hanno raggiunto un valore di 20.700 milioni di euro, con un incremento del 9,6% sul 2007". La capacità esportativa del comparto agricolo-alimentare si è collocata al di sopra dell’aumento registrato per il complesso di tutti i settori di attività economica (+2%). "Questo consuntivo non deve, però, far dimenticare che - conclude la nota - l’attuale crisi evidenzia scenari scoraggianti: il dato congiunturale di dicembre 2008 su dicembre 2007 presenta, infatti, un calo delle esportazioni dei prodotti agricoli allo stato naturale del 10,8%. E' un altro segnale di allarme: servono interventi più incisivi a
sostegno delle imprese per la promozione dei nostri prodotti sui mercati esteri”.

"I dati sugli scambi commerciali del 2008 del comparto agroalimentare dimostrano - commenta il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni - che, accanto ad una flessione dell’export di materie prime agricole, reggono di contro sui mercati esteri prodotti come formaggi, vini, salumi, a riprova che è il valore e la riconoscibilità del made in Italy’a rappresentare un importante fattore competitivo”. “Occorre - sottolinea Bruni - investire sempre di più nello sforzo di penetrazione delle imprese e delle cooperative agroalimentari sui mercati esteri, anche attraverso una riorganizzazione delle strategie di promozione internazionale, che dovranno puntare sempre più su una esportazione del ‘sistema Italia”.