La vicenda dell’allargamento delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Campania sembra volgere ad una drammatizzazione: mentre dalla presidenza della regione filtrano notizie frammentarie sull'entità del rinvio dei termini per l’applicazione dello stringente tetto di 170 chilogrammi di nitrati per ettaro all’anno calato su più di 316mila ettari, localizzati per lo più nel piano campano tra Napoli e Caserta, nel basso Sarno tra Napoli e Salerno e nella piana del Sele, sempre in provincia di Salerno, e pari ad oltre il 23% della superficie totale regionale.
Coldiretti Campania e Confagricoltura Campania sarebbero sul punto di presentare in giornata di oggi due distinti ricorsi al Tribunale amministrativo regionale per la Campania contro l’atto di riperimetrazione delle zone vulnerabili.

L’opposizione - per violazione dell’interesse legittimo ad essere consultati nella stesura delle nuove norme regionali sui nitrati e, nel merito del provvedimento – sarebbe così rivolta alla delibera 762 della giunta regionale della Campania del 5 dicembre 2017, pubblicata l’11 dello stesso mese sul bollettino ufficiale della regione. Date che, calendario alla mano, indicano in oggi – 9 febbraio 2018 - l’ultimo giorno utile per presentare l’istanza al Tar, che va prodotta tassativamente entro i 60 giorni dalla pubblicazione. Il primo obiettivo sarebbe quello di ottenerne la sospensione d’efficacia fino alla definizione del giudizio.

Tutte le organizzazioni agricole avevano chiesto il rinvio di almeno un anno per l’applicazione effettiva delle limitazioni alle concimazioni e agli spandimenti degli effluenti zootecnici nell’incontro con il direttore generale Filippo Diasco del 5 febbraio scorso. Franco Alfieri, consigliere delegato per l’agricoltura del presidente Vincenzo De Luca, intervento per alcuni minuti durante l’incontro, secondo indiscrezioni, avrebbe dato per certo il rinvio. Ma ad oggi resta il rebus sulla data dalla quale le nuove zone vulnerabili tornerebbero vigenti: si parla del 1° settembre 2018, ma sarebbe troppo presto rispetto a quanto richiesto. L’atto di rinvio dovrebbe comunque passare in giunta entro la fine della prossima settimana.

Nell’incertezza generata dall’entità del tempo concesso per riorganizzare i piani di concimazione di tantissime aziende agricole e zootecniche – su tanto Confagricoltura ha presentato sin dal 1° febbraio un vero e proprio piano di emergenza – le organizzazioni potrebbero nelle prossime ore calare l’asso del ricorso al Tar.

Il ricorso potrebbe rappresentare per le organizzazioni un elemento di pressione sul presidente e assessore all’agricoltura Vincenzo De Luca, finalizzato ad ottenere il rinvio della vigenza con delibera di giunta al più presto e sul termine più lontano possibile. Ma riserverebbe loro anche una seconda possibilità di non trascurabile entità: dimostrare in giudizio che la relazione di accompagnamento della delibera è non solo frutto di un lavoro solitario, non concertato con le organizzazioni agricole, elemento previsto dalle norme comunitarie sull’attuazione del principio di precauzione e apertamente violato, quanto errata nelle conclusioni scientifiche contenute.