Nella tavola rotonda del 27 ottobre 2016, i dirigenti di Coldiretti Sardegna hanno ribadito le proposte dell'Organizzazione per dare una nuova e più efficace governance alla filiera ovina.
Un Consorzio di secondo grado per rafforzare il settore della piccola trasformazione, oggi troppo frammentato, un'Autority che raccolga i dati produttivi ed economici sia della produzione di latte ovino che di formaggio pecorino.
E in più: credito agevolato per la conduzione delle imprese pastorali e, infine, nessun incentivo creditizio alle imprese casearie senza che vi siano ricadute positive anche sugli allevatori.

Primo punto
In primo luogo occorre un Consorzio di secondo livello, già avanzato nel 2011. La proposta consentirebbe, secondo l'Organizzazione agricola, quella concorrenza da più parti auspicata.  
Si tratterebbe di aggregare in un unico consorzio tutte le cooperative che producono Pecorino romano incluse le associazioni di categoria del settore primario, che vedrebbe in fase di startup la compartecipazione della Sfirs con propri fondi.

"In questo modo si unirebbe una parte oggi disaggregata che produce oltre il 60% del Pecorino romano, consentendogli di esercitare e imprimere nel mercato la propria forza - spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - oltre ad assicurare una governance sociale globale di alto livello guidata da un management adeguato".

Compito del Consorzio di secondo livello proposto da Coldiretti è quello di pianificare la produzione annua; implementare una strategia di marketing; collaborare con università e centri di ricerca per promuovere la diversificazione delle produzioni; favorire la gestione delle eccedenze del prodotto, con una immissione programmata sul mercato e la promozione di nuove produzioni preventivamente concordate con il mercato.

Secondo punto
Istituire un soggetto terzo promosso dall'assessorato per l'Agricoltura. "Una Authority che riceve dai caseifici e mette a disposizione i dati dei conferimenti del latte, delle produzioni di formaggio, delle vendite e delle eventuali giacenze. Una adesione libera, in cui solo chi mette a disposizione della collettività i dati potrà anche usufruire degli aiuti pubblici" sottolinea Saba.

Terzo punto
La Regione Sardegna "Non deve attuare alcun intervento di aiuto al credito nei confronti del mondo della trasformazione, prima della pubblicazione dei dati di risultato ed in assenza di ricadute obiettive e dignitose su tutta la filiera" sottilinea il direttore di Coldiretti Sardegna.

Quarto punto
Istituire il credito di conduzione. Secondo Coldiretti Sardegna, senza inciampare nelle restrizioni comunitarie, oggi è possibile attivarlo. Un prestito a tasso agevolato, a breve durata (una campagna agraria) che verrebbe incontro alle esigenze contingenti delle imprese agricole: servirebbe per sostenere parte dei costi vivi a inizio stagione.
In Sardegna, grazie al de minimis, la Regione, con procedure snelle, potrebbe stipulare delle convenzioni con le banche e abbattere i tassi di interesse per piccoli prestiti.

Servirebbe per superare lo strumento delle caparre con il quale le industrie casearie si sono sostituite alle banche e alla Regione, ma che allo stesso tempo comportano per i pastori la firma di cambiali in bianco ai trasformatori.