Al termine di una tre giorni in cui ben 170 splendidi esemplari provenienti da 70 allevamenti dell’Emilia Romagna, della Lombardia, del Piemonte e del Veneto, hanno sfilato per contendersi lo scettro più ambito, il titolo di campionessa è andato a Gerboise, dell’allevamento Nure di Piacenza. Il titolo di Riserva è stato assegnato a StanleyCup White dell’azienda agricola La Corte di Dotti (Modena), mentre la Menzione d’onore è toccata ad Alexander Epica dell’azienda Eredi Caserini di Mantova.
La rassegna è stata interamente organizzata dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna, Araer, e nonostante il momento di grande difficoltà che gli allevatori stanno attraversando ha riscosso un grande successo sia in termini di affluenza di pubblico che di espositori, a dimostrazione che il settore è vivo e ha tutta l’intenzione di uscire dalla crisi puntando sulla qualità del latte prodotto, garantita dall’elevato livello genetico del bestiame allevato.
“Ancora una volta l’Emilia Romagna ha dimostrato di essere una regione in recupero – ha dichiarato a margine della rassegna il presidente di Araer, Maurizio Garlappi –. I giorni che ci aspettano saranno complicati. Si calcola che l’aumento produttivo di latte, negli altri Paesi, arriverà a sfiorare il 15%, quindi non è difficile ipotizzare l’arrivo di latte da ogni dove. Se vogliamo caratterizzare la nostra produzione non possiamo fare altro che puntare sulla genomica e sui controlli funzionali, due elementi ormai inscindibili per raggiungere i più elevati livelli produttivi all’interno di allevamenti moderni ed efficienti, che garantiscono parametri impensabili fino a qualche anno fa. Questo è stato possibile anche grazie all’attività di Araer che, vorrei ricordare, da qualche anno a questa parte sta continuando a lavorare egregiamente nonostante abbia dovuto sopportare una riduzione dei finanziamenti pubblici pari al 60%. Un plauso quindi è doveroso nei confronti di tutti i nostri associati. Mostre come quella che si è appena conclusa a Reggio Emilia dimostrano inoltre tutta la loro importanza perché sigillano un legame con il territorio che è fondamentale. Il nostro auspicio è quello di poter ripetere il prossimo anno la splendida esperienza appena vissuta, riscuotendo lo stesso successo e contando, come avvenuto quest’anno, un numero sempre crescente di giovani allevatori”.
Nel corso della Mostra svoltasi a Reggio Emilia è stato istituito per la prima volta il premio “Vacca in forma 2016”, riconoscimento assegnato alle bovine che producono per il Parmigiano Reggiano Dop e il Grana Padano Dop con alle spalle un numero minimo di 5 lattazioni.
L’elaborazione dei dati utilizzati per la graduatoria e il calcolo della resa in formaggio sono stati eseguiti dai tecnici dell’Associazione italiana allevatori (Aia). I premi sono andati a 9 bovine. La prima classificata per il Parmigiano Reggiano è stata Rind Elvira dell’Azienda agricola Consolini Arrigo di Reggiolo (Re) con 12 lattazioni per una produzione di 171.798 kg di latte e una resa in formaggio di 117.064 kg. Per il Grana Padano la miglior Vacca in Forma è stata Ronchi Comestar Lee Lea dell’Azienda agricola Bassi Mario di Fiorenzuola d’Arda (Pc) con 7 lattazioni pari a una produzione complessiva di 160.963 kg di latte e una resa in formaggio di 113.781 kg.
Di genomica e delle nuove frontiere sul miglioramento genetico che attendono il comparto si è parlato nel corso del convegno dedicato alla sostenibilità degli allevamenti da latte e alle nuove tecnologie, svoltosi nella mattinata del 15 aprile. E se, come ha ricordato nel suo intervento il direttore di Anafi (Associazione nazionale allevatori di Frisona italiana), Giorgio Burchiellaro. “la genomica abbinata alla fecondazione artificiale favorisce l’accelerazione del miglioramento genetico”, oggi non si può più prescindere da una produzione che “rispetti il benessere animale, la sostenibilità ambientale e faccia i conti con i cambiamenti climatici anche attraverso l’utilizzo di sistemi gestionali di ultima generazione come Si@lleva”, ha sottolineato Riccardo Negrini, direttore tecnico di Aia (Associazione nazionale allevatori), a cui ha fatto eco Davide Barchi, responsabile Servizio e sviluppo delle produzioni animali della Regione Emilia Romagna, ricordando che “la distintività dei prodotti tipici regionali sarà l’isola che continuerà a sostenere i nostri allevatori, partendo dal patrimonio che rappresentano il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano”.
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Fonte: Araer - Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna