“Questa iniziativa parte proprio dal Grana Padano, - sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi - il formaggio dop più conosciuto al mondo, un prodotto che negli ultimi 15 anni ha visto l’export passare da poco più di 350 mila forme a 1.330.000; e Piacenza, unica provincia in Emilia Romagna a produrre Grana Padano, l’11% della produzione totale”.
“Abbiamo ritenuto - prosegue Bisi- , che dovevamo iniziare proprio da questo prodotto e da quelle aziende che credevano nei nostri principi anche nel percorso di export. Da anni si parla di internazionalizzare le imprese facendo massa critica ma se il modello di sviluppo vincente è quello di portare le diversità e le unicità che caratterizzano il nostro made in Italy nel mondo allora è evidente che dobbiamo sostituire per prima cosa il termine di massa critica con quello di rete di imprese e quello di piattaforma logistica con quello di piattaforma leggera. Tutte le istituzioni preposte dovranno adeguare le proprie funzioni per accompagnare l’Italia verso questa efficace forma di internazionalizzazione”. “E' questo il percorso che vogliamo iniziare con il progetto - ribadisce Bisi -; se vogliamo effettivamente fare qualcosa per il nostro territorio dobbiamo mettere in campo tutte le nostre capacità di fare sistema. Ma soprattutto, come ha più volte ripetuto Marini, serve il coraggio di prendere iniziative e di portarle avanti per il bene del territorio”.
Il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano chiarisce: “Con questa rete di imprese, chiarisce vogliamo promuovere il Grana Padano Piacentino sui mercati internazionali per migliorarne la diffusione e soprattutto per valorizzare il territorio; la rete di imprese che si costituirà vuole essere uno strumento flessibile che consentirà anche ai piccoli caseifici della nostra provincia di uscire dai confini locali e dai meccanismi che spesso portano ad avere prezzi non remunerativi; inoltre, attraverso questo prodotto certificato, si intende combattere il fenomeno della contraffazione smascherando i tanti falsi grana che ci sono sui mercati”.
“Ovviamente - conclude Albano- , non si tratta di un progetto chiuso, ma assolutamente aperto a tutti coloro che credono nel territorio. In ogni pubblico incontro si parla della necessità di 'fare sistema'. Ecco questa è l’occasione per dimostrare che davvero il territorio piacentino ha il coraggio, grazie ad 'un’eccellenza agroalimentare' e per il bene della intera società di mettere da parte gli individualismi e pensare al bene collettivo".
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Fonte: Coldiretti Piacenza