Quando si parla di latte di scarto, fa sapere Sloten, si intende il latte non adatto alla vendita che viene utilizzato come alimento per vitelli e comprende:

• eccesso di colostro
• latte di transizione
• latte mastitico
• latte con residui di antibiotico 

 

Il latte di scarto contiene batteri provenienti:

• direttamente dalla ghiandola mammaria
• dalla contaminazione secondaria dopo la mungitura (es. materiale fecale)
• dalla proliferazione del latte pastorizzato non ben raffreddato e mal conservato


 

Esistono 2 tipi di pastorizzazione:

 

 

LTLT

Low Temperature Long Time

63ºC

per 30 minuti

HTST

High Temperature Short Time

70-75ºC

per 15-20 secondi

 

 

I batteri termofili (resistenti al calore) sopravvivono in qualsiasi caso.

Se viene pastorizzato un latte di cattiva qualità che, già contiene un’alta carica batterica, alcuni batteri patogeni possono sopravvivere al processo di pastorizzazione.

La pastorizzazione di tipo HTST è il processo che dà più garanzie.

 

L’effetto della pastorizzazione sui residui di antibiotici non è conosciuto; quindi gli antibiotici:

• sono resistenti o vengono distrutti dalla pastorizzazione?

• avranno un effetto sulla carriera produttiva della futura vacca produttrice creando una resistenza agli antibiotici qual’ora questi servano per curare l’animale?

• le tossine prodotte dai batteri non vengono distrutte dalla pastorizzazione?

 

Ecco alcuni errori che l’allevatore può commettere pastorizzando il latte aziendale:

• utilizzare un latte di cattiva qualità con un alto grado di contaminazione batterica

• latte non portato alla temperatura ideale per un tempo non sufficiente alla pastorizzazione

• fermentazione della cagliata (ph acido)

mancato raffreddamento rapido dopo la pastorizzazione

• contaminazione del latte dopo la pastorizzazione dovuto al cattivo stato di conservazione

• latte di scarto non costante per quantità e qualità

 

La disponibilità giornaliera di latte di scarto risulta di enorme importanza poiché l’alimentazione liquida dei vitelli non deve essere cambiata frequentemente ma, deve essere la più costante possibile

 

A causa del costo elevato del pastorizzatore e dei suoi costi di esercizio (energia elettrica, acqua)...

 

Il numero minimo di vitelli da alimentare per rendere economicamente vantaggioso l’utilizzo del pastorizzatore è di circa 300 vitelli al giorno

Jamaluddin, Carpenter, Hird & Thurmond, 1996

 

 

In conclusione:

Somministrare ai giovani vitelli il latte pastorizzato è meglio che somministrare il latte di vacca tal quale ma, gli svantaggi rimangono gli stessi per via: 

• del contenuto di grasso non adeguato ai fabbisogni dei vitelli
• della ridotta assunzione di mangime
• dello svezzamento ritardato
• delle carenze di vitamine e minerali

 

Dopo la pastorizzazione:

• se viene pastorizzato un latte di scarsa qualità con un’alta carica batterica alcuni batteri patogeni possono sopravvivere al processo di pastorizzazione 
• i residui di antibiotici possono essere presenti creando alle future vacche produttrici resistenze agli stessi qualora questi servano per curare l’animale
• le tossine presenti non vengono distrutte dalla pastorizzazione.