Con il prezzo del latte sceso a 60-65 centesimi al litro e le quotazioni del Pecorino romano a 5 €/kg, la situazione del settore ovicaprino è estremamente incerta e c’è grave tensione nelle campagne. Lo sottolinea Confagricoltura che, preoccupata per la tenuta del comparto, chiede un tavolo di confronto della filiera, coordinato dal ministero per le Politiche agricole, che individui rapidi possibili interventi e azioni strategiche da realizzare.

“Bisogna intervenire subito e con decisione per definire la strategia da attuare per rilanciare il comparto e per ripristinare condizioni di mercato favorevoli ai produttori - sollecita l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - La forbice tra costi e ricavi si è ulteriormente divaricata a livelli insostenibili”.

“Vanno riequilibrati i rapporti di filiera - chiede Confagricoltura - nell’ottica di puntare a competere con Paesi agguerriti come Grecia, Francia e Bulgaria puntando su qualità e innovazione tecnologica. Manca ancora il “piano produttivo”, che avrebbe dovuto essere approntato dal Consorzio di tutela della Dop del Pecorino Romano e non si è avviato l’annunciato Osservatorio del comparto ovi-caprino”.

“Il varo, alla fine dello scorso anno, della legge Regionale della Sardegna n. 15/2010 sarebbe dovuta servire al riavvio del ‘volano’ nazionale, prendendo spunto dalla pregiata produzione ovicaprina isolana, invece - rileva Confagricoltura - su 10.700 aziende ammesse a beneficiarne, solo 5.700 ne hanno finora usufruito".

Confagricoltura infine fa presente come la situazione critica del latte ovino della Sardegna coinvolga pericolosamente al ribasso anche quella di regioni particolarmente vocate alla produzione come Lazio, Toscana, Abruzzo, Calabria e Sicilia.