Oggi, 17 novembre, è prevista la stesura della prima bozza del documento della Commissione Ue sulla riforma della Pac. Sono oramai entrati nel vivo i dibattiti tra gli operatori e le organizzazioni del mondo agricolo, tra questi anche i comitati consultivi della Commissione europea, partecipati dai vari portatori d’interesse: produzione, industria, commercio, consumatori (etc.) Azove, l’Organizzazione produttori carne bovina del Veneto, in rappresentanza di Fedagri Confcooperative, partecipa al gruppo di lavoro ‘carni bovine’  che sta discutendo anche sul futuro della Pac dopo il 2013 e dell’intero comparto produttivo.

Negli incontri tra i produttori sono emerse delle priorità da affrontare nel medio lungo termine quali: 

1. la stabilizzazione del reddito degli allevatori garantendone l’equità con altre categorie socioeconomiche, 

2. la promozione di modelli di produzione sostenibili sul piano economico, ambientale e sociale 

3. la garanzia della sufficienza alimentare dei cittadini europei.  

Tra i temi trattati il presidente di Azove Pier Luigi Lovo si sofferma in particolare sul primo punto: “E’ fondamentale salvaguardare e dove possibile aumentare il bilancio della Pac destinato all’allevamenti, facendo attenzione ad indirizzare gli aiuti a quanti effettivamente hanno aziende agricole in attività e fanno quindi produzione a tutti gli effetti. Vanno individuate delle forme che consentano anche dopo il 2013 l’erogazione di un aiuto diretto agli allevatori di bovini da carne. Altresì importante è prevedere che la contrattualizzazione della produzione tenga conto, oltre che dell’andamento dei mercati, anche dei costi di produzione in costante aumento".

L’Unione europea deve quindi dare la possibilità ai produttori di organizzarsi per rispondere ai bisogni del mercato e per valorizzare le produzioni. 

“E’ fondamentale – riprende il presidente Lovo – che le Organizzazioni di produttori vengano riconosciute quali soggetti economici in grado di svolgere un ruolo importante per la commercializzazione e quindi per la salvaguardia del reddito dei produttori. Le Organizzazioni possono garantire inoltre una più equa ripartizione del valore all’interno dell’intera filiera”.

“C’è bisogno di scelte politiche chiare – conclude il presidente di Azove – in merito alla volontà di mantenere la produzione di carne bovina in Europa ed in particolare di salvaguardare le produzioni italiane. Oggi il nostro Paese è deficitario del 50% nel consumo di carne bovina, ci vogliono dunque chiari indirizzi nella politica economica nazionale”.