Questo perché la Regione Siciliana ha chiesto ed ottenuto dal Mipaaft una deroga al Decreto ministeriale n 6793 del 18 luglio 2018 sulle produzioni biologiche, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 5 settembre 2018 che, di fatto, limitava la possibilità di coltivare grano duro biologico solo dopo l'avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa. Il che avrebbe significato per gli agricoltori siciliani dover produrre grano duro sullo stesso appezzamento solo una volta in un triennio, con un'indubbia penalizzazione economica, questo perché, date le condizioni pedoclimatiche peculiari dell'isola, sarebbe stato estremamente difficoltoso individuare coltivazioni principali alternative al grano duro e che non fossero delle leguminose.
L'assessore regionale per l'Agricoltura, Edy Bandiera, dopo avere ottenuto il parere favorevole del ministero, ha pertanto prontamente emanato un decreto, supportato da adeguata documentazione tecnico scientifica redatta dai rappresentanti dei dipartimenti di Scienze agrarie, alimentari e forestali delle Università degli studi di Catania e Palermo, adottando la seguente deroga: “In Sicilia si consente l'adozione di rotazioni quadriennali all'interno delle quali siano previste non meno di tre specie principali differenti, almeno una delle quali leguminosa”.
A spingere in questa direzione vi era stata una forte presa di posizione di Confagricoltura e l'argomento era stato oggetto di uno specifico tavolo tecnico in assessorato, presieduto dal dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Carmelo Frittitta e con la partecipazione, oltre che delle sigle sindacali, di Crea - Acm (Centro di ricerca per l'agrumicoltura e le colture mediterranee), dell'Istituto Ballatore ed i dipartimenti di Agraria delle Università di Catania e Palermo.
Non a caso l'assessore Bandiera così commenta il decreto assessorile di deroga al regolamento ministeriale: “E' stato raggiunto un traguardo importante e molto atteso dai nostri agricoltori. Si tratta di un provvedimento fondamentale per l'economia della cerealicoltura”.
Ora la Sicilia può ritornare alla tradizionale semina biennale del grano duro, che vanta una tradizione secolare, basti pensare alla rotazione grano duro/fava: da sempre presente negli ordinamenti colturali dell'Isola.
"Tre anni fa la richiesta di deroga al ministero delle Politiche agricole non è stata accolta - ricorda Rosa Giovanna Castagna, presidente di Cia Sicilia, che sottolinea -. Oggi, grazie anche all'impegno profuso da Cia Sicilia e dall'assessorato regionale all'Agricoltura che hanno lavorato all'unisono, è stato raggiunto questo importante obiettivo per la cerealicoltura siciliana".