Il grano torna per un giorno al centro delle politiche nazionali dell'agricoltura.
Oggi, 20 luglio 2016, a Roma in via XX settembre, mentre davanti al palazzo del ministero per le Politiche agricole, agroalimentari e forestali andava in scena la protesta di Coldiretti contro una "speculazione sui prezzi" che avrebbe determinato il crollo del 44% dei prezzi all'ingrosso del grano duro fino nazionale e del 19% di quello tenero in un anno, come rilevato dalla Borsa merci telematica italiana la scorsa settimana, con ripercussioni negative per 300mila aziende agricole italiane, nelle stanze all'interno si teneva l'attesa riunione straordinaria del tavolo nazionale della filiera cerealicola.
 
L'incontro, presieduto dal ministro Maurizio Martina, ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Regioni, delle organizzazioni agricole e della cooperazione, delle imprese di trasformazione, di commercializzazione e dell'industria mangimistica.

Tra i provvedimenti in arrivo per risollevare le sorti del mercato dei cereali una Commissione unica nazionale per il rilevamento dei prezzi del grano duro, un nuovo strumento assicurativo per proteggere i ricavi delle aziende agricole, e un marchio unico volontario per il grano, il pane e la pasta certificati ottenuti al 100% con grano nazionale.
E ancora: soldi da investire dalle politiche nazionali, per dare certezze alle certificazioni: 20 milioni di euro.
 
Alla manifestazione di protesta di Coldiretti hanno partecipato delegazioni di agricoltori provenienti da Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana, Piemonte, Sardegna, Calabria, Marche e Puglia. Insieme al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Sono stati appesi striscioni "No grano no pasta", "Stop alle speculazioni".
Martina ha poi incontrato Moncalvo innanzi ai manifestanti.
 
Durante il confronto al tavolo di filiera, secondo quanto reso noto da una nota del Mipaaf, si sono analizzati gli andamenti di mercato dei cereali, con un particolare focus sul crollo del prezzo del grano rilevato nelle ultime settimane. Per far fronte a questa situazione il ministro ha illustrato alcune proposte operative per un intervento complessivo sul settore.
 
In particolare il ministero ha presentato alla filiera sei azioni da intraprendere in vista della formazione di un vero e proprio piano nazionale cerealicolo:
  • Fondo da 10 milioni di euro inserito nel decreto legge enti locali. Si tratta di un primo stanziamento per dare avvio a un organico piano nazionale cerealicolo e sostenere investimenti anche infrastrutturali per valorizzare il grano di qualità 100% italiano. 
  • Creazione di una Commissione unica nazionale per il grano duro. L'obiettivo è favorire il dialogo interprofessionale e rendere più trasparente la formazione del prezzo.
  • Conferma degli aiuti accoppiati europei Pac per il frumento che equivalgono a circa 70 milioni di euro all'anno fino al 2020 per quasi 500 milioni investiti nei sette anni di programmazione.
  • Rafforzamento dei contratti di filiera, per proseguire negli investimenti che hanno visto 50 milioni di euro impiegati dalla filiera cerealicola. I nuovi bandi in autunno prevedono un budget totale di 400 milioni di euro (metà in conto capitale e metà in conto interessi) ai quali potranno attingere anche i progetti legati al grano.
  • Marchio unico volontario per grano e prodotti trasformati, per dare maggiore valore al grano di qualità certificata, che rispetti il disciplinare del sistema di qualità della produzione integrata e risponda a determinati requisiti organolettici.
  • Sperimentazione dalla prossima campagna di un nuovo strumento assicurativo per garantire i ricavi dei produttori proteggendoli dalle eccessive fluttuazioni di mercato. Un modello innovativo che è allo studio e che verrà presentato alla Commissione Ue per il via libera.

"Mettiamo in campo proposte concrete e attuabili già dalle prossime giornate - ha dichiarato il ministro Martina - ma con una chiara visione strategica per dare risposte strutturali. C'è bisogno di un piano nazionale cerealicolo che punti alla qualificazione della nostra produzione e consenta ai trasformatori di acquistare sempre più prodotto 100% italiano.
In questo senso investiamo 20 milioni di euro per sostenere investimenti infrastrutturali nei sistemi di stoccaggio per valorizzare grano di qualità certificata, favoriamo nuovi contratti di filiera e istituiremo un marchio unico per grano e prodotti trasformati".

 
"Allo stesso tempo - prosegue Martina - vogliamo dare una risposta alla necessità di maggiore trasparenza nella formazione del prezzo. Per questo abbiamo proposto al tavolo l'istituzione di una Cun grano duro, che favorisca anche lo sviluppo di migliori rapporti interprofessionali.
A questo si aggiunge la decisione di confermare il budget dedicato al frumento negli aiuti accoppiati e la sperimentazione di uno strumento assicurativo sui ricavi che garantisca ai produttori di non essere eccessivamente danneggiati da fasi di mercato come quella che stiamo vivendo".

 
"Al tavolo di oggi - conclude il ministro - abbiamo voluto ribadire a tutta la filiera la necessità di intervenire per salvaguardare il reddito degli agricoltori in questa fase di crollo dei prezzi.
Da settimane le quotazioni sono troppo distanti dalla copertura dei costi di produzione, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di molte aziende impegnate in una delle produzioni più distintive per il nostro modello agricolo. Serve un salto di qualità da parte di tutti e lo spirito di collaborazione della riunione di oggi può essere una buona base di partenza".