Complessivamente il silomais rappresenta il 30% della superficie italiana investita a mais e di questi circa il 10% (pari a 110.000 ettari) sono destinati alla produzione di biogas. Secondo i dati presentati questo segmento di produzione è destinato a rimanere stabile nei prossimi 10-15 anni.
Biogas Attack
Il progetto nasce dalla collaborazione di tre aziende leader in questo segmento che si sono proposte di innovare nella direzione di una maiscoltura più produttiva. Assieme hanno fornito una soluzione innovativa per produrre trinciato di mais in maniera efficiente, aumentando le rese e ottimizzando la qualità.
Per la prima volta in Italia sono state coinvolte circa 80 aziende del settore biogas che hanno avuto a disposizione un cantiere formato da genetica, tecnica di semina e tecnologia per la trinciatura.
La collaborazione delle tre aziende ha consentito di valutare la validità tecnica, la qualità e le rese di quelli che, i promotori del progetto, hanno segnalato come “i 1.000 ettari di trinciato da biogas più innovativi d’Italia”.
Unico l’obiettivo finale: aumentare il reddito dell’impresa che utilizza la soluzione “Biogas Attack” producendo più energia per metro quadrato di terreno.
Gli incontri con i maiscoltori si sono svolti il 20 agosto presso l’azienda agricola Guido Finato Martinati di Concamarise (Vr), il 23 agosto presso l’azienda agricola Ca’ del Fior di Eraclea (Ve) ed il 6 settembre presso l’azienda agricola Brezzi Fratelli di Castelceriolo (Al).
Tre i pilastri della strategia adottata:
- utilizzare ibridi di mais in grado di aumentare la densità di piante per ettaro;
- introdurre la tecnologia di semina a file binate;
- monitorare la produzione raccolta in funzione dell’energia prodotta per ettaro.
Gli ibridi Dekalb
Per il mondo del biogas Dekalb ha messo a disposizione un nuovo ibrido denominato DKC6815 che permette di incrementare la produzione di amido, di aumentare di circa 2 tonnellate all’ettaro la produzione di massa fresca e di 0,7 tonnellate all’ettaro la sostanza secca con un incremento del 6% della produzione di energia (dati 2012).
La semina a file binate MaterMacc
Grazie alla tecnologia messa a punto da MaterMacc la semina a fila binata (o Twin Row) si riescono a mettere in produzione fino a 10,6 piante per metro quadrato (contro le 6,9 piante in fila singola) mantenendo l’interfila a 75 cm. Questo grazie ad un sistema che permette di mettere a dimora i semi in file binate con distanze tra le piante di 21 cm ed uno spazio tra le bine di 53 cm.
La tecnologia New Holland
Grazie alle falciatrinciacaricatrici New Holland il trinciato viene perfettamente raccolto dalle file binate e si ha in tempo reale la valutazione in campo della produzione della sostanza secca ad ettaro.
Grazie alla raccolta di informazioni direttamente in campo (utilizzando lo strumento AgriNIR), in soli 2 minuti si ottengono informazioni su sostanza secca, fibra e amidi e i dati preliminari 2013 hanno evidenziato innanzitutto un sostanziale incremento di produzione (fino al 5%) con una buona tenuta di tutti i parametri qualitativi che impattano direttamente sulla produzione di energia, con particolare riferimento all’amido che registra incrementi netti e costanti (dell’ordine del 25%).
Appena saranno disponibili i dati finali, verranno pubblicati da AgroNotizie.