Sia l’import che l’export risultano in crescita sia in quantità che in valore, ma le importazioni corrono più veloci delle vendite all’estero, tanto che il deficit commerciale è cresciuto di 120,2 milioni di euro, passando dai 1.040,3 milioni del luglio 2016 ai 1.160,5 del 2017.
Analizzando in primo luogo l’import, a livello quantitativo gli arrivi dall'estero sono cresciuti di +700mila tonnellate, pari al +6,3%, che a livello di valore (+173,1 milioni di euro, pari a +5,8%).
L’incremento principale è dovuto al granturco (+734mila tonnellate, di cui 398mila tonnellate dai paesi comunitari e +336mila tonnellate dai paesi terzi).
Crescono i prodotti trasformati (+70mila tonnellate), le farine proteiche (+123mila tonnellate) e i semi oleosi (+78mila tonnellate), mentre scendono gli acquisti di grano duro (-218mila tonnellate) e di grano tenero (-72mila tonnellate). In calo anche l’import di riso, in discesa di 9mila tonnellate (-5,6%).
Passando alle esportazioni, la crescita si è attesta sulle 349mila tonnellate rispetto all’anno precedente (+13,8%). A fare la parte del leone i cereali in granella (+211mila tonnellate), i prodotti trasformati (+74mila tonnellate) e il riso (+37mila tonnellate). Buone performance anche per la farina di grano tenero (+7.700 tonnellate), semola di grano duro (+2.500 tonnellate) e paste alimentari (+8.700 tonnellate).
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Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Autore: L P