Il ritardo che si sta riscontrando è spaventoso. A lanciare l'allarme è Confagricoltura Emilia Romagna, insieme ai principali stabilimenti di concimi sul territorio, che non hanno la materia prima indispensabile per preparare il prodotto.
L'Italia dipende fortemente dall'estero, e così questi prodotti non si trovano neanche pagando a caro prezzo.
"Mettiamo a rischio le concimazioni programmate per la prossima campagna - afferma il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini -. Da Russia ed Egitto, ma anche dai paesi dell'Europa dell'Est come pure da Francia e Germania, arriva il 75-80% degli elementi nutritivi alla base dei concimi utilizzati in Emilia Romagna in particolare l'azoto".
"Sono allo studio strategie alternative, in collaborazione con aziende produttrici leader - continua il presidente regionale -. Stiamo lavorando a protocolli di coltivazione in grado di ottimizzare la concimazione e ridurre fino al 30% il bisogno di azoto grazie all'impiego di input sostitutivi".
Nel nuovo scenario diventa cruciale favorire la concimazione organica, ricca di azoto e dall'alto valore fertilizzante.
"Occorre infatti - conclude Bonvicini – rivalutare positivamente l'uso agronomico degli effluenti di allevamento, troppo spesso oggetto di polemiche strumentali, e del digestato da reflui zootecnici quale residuo del processo di digestione anaerobica finalizzato alla produzione di biogas o biometano".
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