Oltre all'analisi della situazione nelle campagne, nel corso della giornata si parlerà delle possibili soluzioni per affrontare i temibili insetti, come le reti per proteggere, difendere e migliorare la qualità della frutta. Il programma prevede alle 9.45 l’introduzione di Paolo Ferrarese, presidente provinciale di Confagricoltura e Andrea Lavagnoli, presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori, Cia. Quindi il convegno, moderato da Antonio Boschetti, direttore dell’Informatore Agrario, proseguirà con le relazioni di Stefano Caruso, del consorzio fitosanitario di Modena, che fornirà gli ultimi aggiornamenti sulla difesa dalla cimice, mentre Tommaso Pantezzi, Alberto Grassi e Sergio Franchini, della fondazione Mach di San Michele all’Adige, parleranno del controllo di Drosophila suzukii su ciliegio e piccoli frutti in Trentino. Infine Raffaele Ferraro, di OpCoz/OpoNordest, illustrerà l’utilizzo di reti nel veronese e l’agronomo Michele Bravetti spiegherà l’utilità dell’uso di reti colorate per proteggere e migliorare la qualità della frutta. Le conclusioni saranno affidate a Claudio Valente, componente di giunta della Camera di commercio di Verona e presidente provinciale di Coldiretti.
La cimice asiatica, nome scientifico Halyomorpha halys, è un insetto vorace e aggressivo arrivato dall’Asia che si riproduce velocemente e attacca qualsiasi pianta, devastando le colture in grande quantità. Le prime regioni ad esserne colpite, in Italia, sono state l’Emilia Romagna e il Piemonte, con qualche decina di casi registrati nel 2014. Quest’anno le devastazioni si sono moltiplicate in maniera esponenziale e hanno cominciato a diffondersi alle regioni vicine. In autunno l’insetto è comparso in maniera importante anche nel veronese, intaccando i primi frutteti come meli, peri e kiwi. Gli effetti sono disastrosi: il tessuto dei frutti in formazione viene interamente succhiato, causandone la deformazione e la marcescenza.
La Halys non ha antagonisti naturali e rischia di diventare una grave minaccia per i raccolti: sverna nelle case e negli anfratti riparati, quindi da marzo a fine estate continua a fare uova e si riproduce in maniera massiccia. Una cimice può fare fino a 200 uova e si sposta velocemente, in sciame, percorrendo anche cinque chilometri al giorno. La difesa chimica non è sufficiente, considerato il periodo lunghissimo in cui l’insetto alberga nei frutteti. L’unica vera possibilità di lotta, attualmente, è coprire gli impianti con reti chiuse, modificando e ampliando le protezioni presenti contro la grandine, ma si tratta di un investimento molto impegnativo per aziende in affanno.
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Fonte: Confagricoltura Verona