Agrofarmaci sempre più rispettosi della legge: dalla terza relazione annuale sui residui di agrofarmaci pubblicata dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) emerge che i tassi di conformità continuano ad aumentare.

Il 97,4 % dei campioni analizzati, infatti, rientra nei Livelli massimi di residui (Lmr) consentiti, con un incremento di circa un punto percentuale rispetto al 2008.

La relazione presenta una panoramica sui residui di sostanze attive rilevate negli alimenti nell'Unione europea nel corso del 2009 e valuta l'esposizione dei consumatori a tali residui attraverso la dieta.

Nella parte del programma di monitoraggio coordinata dall'Unione europea, volta sia a raccogliere dati immediatamente confrontabili, provenienti dai Paesi che li forniscono, sia a consentire di valutare l'esposizione alimentare, il 61,4 % dei campioni risultava privi di residui misurabili di pesticidi. Rispetto al 2006, anno in cui è stata svolta l'ultima analisi dei medesimi prodotti alimentari di origine vegetale nell'ambito del programma coordinato dall'UE, la percentuale di superamento degli Lmr è scesa dal 4,4% all'1,4%. Secondo l'Efsa questo dato potrebbe essere attribuito in parte all'armonizzazione degli Lmr, entrata in vigore nel settembre 2008; tuttavia al miglioramento potrebbero avere contribuito anche altri fattori, quali l'impiego più efficace degli strumenti legislativi che impongono a produttori e altri soggetti dell'industria di attuare sistemi di sicurezza nonché le mutate modalità di impiego dei prodotti per la difesa delle colture in Europa.

L'Unità pesticidi dell'Efsa, che ha stilato la relazione, ha sottolineato che la presenza negli alimenti di pesticidi a livelli superiori agli Lmr non comporta necessariamente timori sulla sicurezza.

I Paesi relatori, che comprendono tutti i Paesi membri dell'Ue nonché l'Islanda e la Norvegia, hanno analizzato quasi 68 000 campioni di prodotti alimentari per accertare la presenza di 834 sostanze attive. Il numero dei prodotti alimentari analizzati è aumentato da quasi 200 nel 2008 a circa 300 nel 2009.

Grazie all'introduzione di un nuovo formato per la segnalazione dei dati, è stato possibile effettuare una valutazione più accurata dei rischi di lungo periodo che l'esposizione a residui di pesticidi comporta per i consumatori. L'Efsa ha concluso che, sulla base delle attuali conoscenze, l'esposizione a lungo termine ai residui individuati nei principali alimenti che fanno parte della dieta degli europei non desterebbe preoccupazioni per la salute.

La valutazione dell'esposizione acuta di breve termine è stata effettuata sulla base degli scenari peggiori (ipotizzando il consumo di abbondanti porzioni di alimenti contenenti i massimi livelli di residui rilevati) e l'Efsa ha concluso che i rischi per i consumatori erano improbabili. Per 77 dei 10 553 campioni prelevati nel corso del programma coordinato dall'Unione europea non è stato possibile escludere un rischio potenziale.

Gli Lmr sono stati superati più frequentemente nei campioni provenienti da Paesi esterni allo Spazio economico europeo (6,9 % dei campioni) che in quelli provenienti dai Paesi Ue ed Efta (1,5 % dei campioni).

Nel complesso, le percentuali di superamento più basse si sono registrate nei prodotti alimentari di origine animale (0,3 %).

Poiché non sono stati stabiliti Lmr specifici per i prodotti da agricoltura biologica, a essi si applicano gli stessi Lmr usati per i prodotti da agricoltura convenzionale. La percentuale di superamento degli Lmr registrata per le colture biologiche era di 7 volte inferiore rispetto a quella registrata per le colture convenzionali.

Nella relazione l'Efsa formula una serie di raccomandazioni volte a migliorare i futuri programmi di monitoraggio e l'applicazione della legislazione europea in materia di residui di agrofarmaci.

 

Agrofarma: 'I cittadini europei possono stare tranquilli'

I dati contenuti nel report dell'Efsa non hanno mancato di suscitare la soddisfazione di Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica.
"I risultati del Rapporto annuale dell'Efsa - nota Agrofarma - dimostrano che i cittadini europei possono stare del tutto tranquilli in tema di residui di agrofarmaci e che non vi è alcuna preoccupazione per la sicurezza alimentare. Questi dati, inoltre, smentiscono tutti coloro che in Europa e in Italia hanno lanciato in passato infondati allarmismi su questo argomento".

"Questi dati - conclude Agrofarma - sono il risultato dell'impegno delle aziende produttrici di agrofarmaci e di tutta la filiera agricola e sono anche il frutto degli investimenti in R&S delle aziende del settore degli agrofarmaci, che ogni anno investono 47 milioni di euro, pari al 6% del proprio fatturato annuale, per realizzare prodotti ancora più sicuri e sostenibili".


Il commento positivo di Confagricoltura

Confagricoltura sottolinea come questi risultati positivi "sono dovuti alle politiche di responsabilizzazione dei produttori (autocontrollo) attuate da molti anni in Europa ed in Italia (periodo nel quale il livello di residui si è drasticamente ridotto), al rispetto delle norme sulla condizionalità, alle rigide regole imposte dall'Unione Europea in sede di autorizzazione delle sostanze attive utilizzate per la protezione delle colture, alle tecniche di impiego dei prodotti fitosanitari sempre più all'avanguardia".

"La situazione migliorerà ulteriormente grazie all'applicazione della Direttiva europea sull'uso sostenibile degli agrofarmaci, che - sottolinea l'organizzazione degli imprenditori agricoli - ha già stabilito una 'road map' per raggiungere traguardi ancor più elevati in termini di qualità dei prodotti agricoli, di tutela del consumatore, dell'ambiente e degli stessi operatori agricoli".