E' epidemia per le produzioni italiane di kiwi. Le dimensioni e la virulenza della batteriosi rendono sempre più urgenti gli interventi da parte delle autorità competenti.

Lo sostiene la Cia - Confederazione italiana agricoltori, il cui presidente Giuseppe Politi, ha scritto al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Francesco Saverio Romano chiedendo l'apertura immediata di un Tavolo straordinario "che possa favorire il monitoraggio del fenomeno, il coordinamento degli interventi tecnici e risarcitori per gli agricoltori e l'attivazione di adeguati programmi di ricerca".

"La coltivazione di actinidia è una realtà importante per la nostra agricoltura - prosegue Politi -: oltre 500 mila tonnellate prodotte su circa 29 mila ettari, con un fatturato al consumo che si aggira attorno ai 10 miliardi di euro. E rappresenta il 10 per cento della frutticoltura italiana, con una quota significativa destinata all'esportazione".

Un patrimonio agroalimentare oggi minacciato dalla batteriosi che ha già distrutto le coltivazioni a polpa gialla, la varietà più pregiata e la più sensibile, e che ha colpito quelle a polpa verde in una percentuale variabile dal 6 al 30 per cento.

Nella lettera, Politi sottolinea che il ministro ha emanato a febbraio un apposito decreto e alcune regioni hanno avviato procedure di indennizzo degli agricoltori. "Ma la gravità della crisi richiede una risposta istituzionale immediata, più coordinata e decisa".

Per questo la Cia ha costituito un'unità di crisi che intende sollecitare una completa mappatura del fenomeno, l'attivazione di un coordinamento delle azioni di ricerca e, soprattutto, per costituire geneticamente ceppi e cultivar resistenti che individuino gli impianti colpiti e il loro grado di infezione per affrontare in modo sistematico l'azione di contenimento e l'eradicazione.