Nel corso del convegno 'Il punteruolo rosso e gli altri fitofagi delle palme dell'Adriatico: quali soluzioni?', organizzato sabato 26 febbraio dall'Accademia dei Georgofili Sezione Centro-Est, si è cercato di fare il punto sulle criticità e sulle reali prospettive di sviluppo delle attività di controllo del punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) e di altri fitofagi delle palme della Riviera Adriatica.
Il problema del punteruolo rosso è fortemente sentito dalla Regione Marche ma interessa tutti i territori in cui sono presenti le palme. L'infestazione di queste piante provoca scenari da catastrofe, come hanno evidenziato le suggestive immagini proiettate durante le relazioni. D'altra parte, è noto il valore di queste piante sia dal punto di vista dell'immagine, che si ripercuote sull'offerta turistica balneare della Riviera Adriatica, sia per la ricaduta sull'indotto economico-occupazionale legato alla produzione vivaistica di palme necessarie al ripopolamento periodico.
A seconda della gravità e del grado di avanzamento dell'infestazione parassitaria si è finora intervenuti per il salvataggio della palma ricorrendo a pratiche di pulizia dendro-chirurgica o di trattamento endoterapico; in altri casi si è intervenuti con l'abbattimento e lo smaltimento in condizioni controllate. Questa ultima soluzione ha permesso di brevettare un metodo di pastorizzazione delle piante infestate.
I risultati ottenuti nelle Marche hanno ricevuto lodevoli riconoscimenti da parte di altre zone italiane colpite dal punteruolo rosso, anche con danni maggiori, come San Remo. Questi risultati positivi hanno altresì evidenziato la necessità di perseverare nell'impegno intrapreso a livello operativo, ma soprattutto di investire in modo continuo e sostenibile nella ricerca scientifica, con lo scopo di acquisire le conoscenze necessarie a debellare definitivamente il problema. Sarà necessario mettere a punto metodi e tecnologie contro le infestazioni parassiti con la prerogativa di massimo rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
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Fonte: Accademia dei Georgofili