Sono improntati al pessimismo gli orientamenti che si registrano nelle ultime ore alla conferenza sul clima dell’Onu, in corso a Copenhagen.

Sono in arrivo nella capitale danese, per affrontare la fase finale dei negoziati, i massimi vertici della politica mondiale che proveranno a percorrere la strada di un accordo che appare compromessa dai troppi veti incrociati. la delegazione cinese ad esempio ha reso noto alla stampa di non vedere attualmente alcuna possibilità di concludere entro domani un accordo con valenza operativa ed ha esplicitamente suggerito di prepararsi ad una “breve dichiarazione politica” finale che formuli almeno una manifestazione d’intenti in vista di un futuro incontro. tensione palpabile anche fra le delegazioni dei paesi in via di sviluppo che attendevano impegni ben più consistenti sul fronte degli aiuti per prevenire il cambiamento climatico. 

Il ministro Prestigiacomo promuove la salvaguardia della sicurezza alimentare

Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, rappresentante dell’Italia alla conferenza sul clima di Copenaghen, ha risposto all’appello, inviatole dal presidente dell’Unione accademie scientifiche per l’agricoltura, assicurando che il governo italiano, condividendo la posizione dell’Unasa, nella definizione delle azioni successive al 2012, è fortemente impegnato per “dare la giusta priorità ai settori agricolo forestale ed ittico perché nella lotta ai cambiamenti climatici venga preservato il diritto imprescindibile per l’umanità alla sicurezza alimentare”.

Aiab:"Il vertice chiude senza apprezzabili risultati"

"Il vertice di Copenhagen sul clima si avvia alla chiusura senza apprezzabili risultati", afferma  l'Associazione italiana agricoltura biologica - Aiab. Alla conferenza sul clima di bali nel 2007, la via campesina ha proposto la soluzione dei piccoli agricoltori e dei contadini senza terra al cambiamento climatico: in breve, prendendo l'agricoltura dalle grandi multinazionali dell'agro-alimentare e mettendola nelle mani dei piccoli agricoltori, siamo in grado - sottolinea l'aiab - di ridurre della metà le emissioni globali di gas serra. questo è ciò che ci proponiamo e che chiamiamo sovranità alimentare.