Aziende florovivaistiche e centri di giardinaggio restano ancora chiusi al pubblico ma possono portare a casa dei clienti piante, semi e fiori ordinati per telefono o via internet, rispettando ovviamente le norme di sicurezza previste al momento della consegna, indossando guanti e mascherine e rimanendo a distanza di almeno 1,8 metri da altre persone.
Un piccolo passo che ridà un minimo di ossigeno al settore vivaistico che in Toscana rappresenta un terzo del fatturato agricolo regionale, e che con il blocco legato all'emergenza Covid-19 ha subito un colpo molto duro, con il blocco delle vendite in un periodo fondamentale come la primavera.
Un colpo che ha portato a marzo ad una perdita di fatturato del 70% per le aziende floricole e del 50% per quelle vivaistiche, con una crisi di liquidità fortissima dal momento che in questo periodo dell'anno si concentra anche il grosso del lavoro (che non può fermarsi) e quindi anche delle spese.
In molti casi, soprattutto per il settore floristico, il blocco delle vendite ha portato anche al macero dei fiori invenduti, spesso bloccati senza un valido motivo anche verso i paesi esteri.
Ora per il responsabile del Settore vivaistico di Confagricoltura Toscana, Francesco Mati, è necessario pensare anche a misure per il dopo emergenza, favorendo gli investimenti in verde pubblico e privato, con la proposta ad esempio di raddoppiare il bonus verde, per far ripartire le vendite.