"Dopo un prolungato confronto, la componente industriale che rappresenta le ditte sementiere all'interno del Comitato interprofessionale - ha affermato Roberto Guarnieri, presidente della sezione Sementi foraggere di Assosementi - ritiene che, sulla base dell'analisi generale del mercato internazionale di sementi di erba medica, non sussistano i presupposti per andare oltre l'indicazione di un prezzo orientativo di mercato di poco superiore al prezzo di liquidazione definito per la scorsa campagna: 1,35 euro/kg per prodotto pulito (con scarto 0%), rispetto a 1,30 euro/kg della scorsa campagna. Tale prezzo orientativo non dovrà influenzare quello che sarà il prezzo medio per il seme prodotto nella campagna 2019, ma essendo inferiore di oltre il 20% al costo di produzione concede all'agricoltore la facoltà di non moltiplicare il seme e in ogni caso rappresenta il prezzo che sarà garantito all'agricoltore qualora la ditta sementiera non assicuri il ritiro del prodotto".
"Questo risponde a quanto definito con l'Accordo quadro di settore rinnovato lo scorso novembre - ha precisato Alessandro Lualdi, coordinatore del Comitato interprofessionale appena nominato -. In questo ambito abbiamo definito un'integrazione del contratto quadro nazionale che inserisce l'impegno delle parti a indicare entro la primavera la definizione di un prezzo orientativo di mercato del seme di erba medica che verrà prodotta nel corso della stessa campagna. Tale integrazione al contratto in essere consente all'agricoltore di svincolarsi dal contratto di moltiplicazione del seme sottoscritto con la ditta sementiera, qualora il prezzo medio orientativo di mercato indicato dal Comitato interprofessionale risulti inferiore di almeno il 20% al costo unitario di produzione. Questa misura interviene a tutela dell'agricoltore che ha così la possibilità di svincolarsi dal contratto di moltiplicazione nel caso si verifichino condizioni svantaggiose di produzione".
"La componente agricola del Comitato interprofessionale – continua Lualdi – ritiene che l'indicazione del prezzo orientativo proposto dalla parte industriale sia inadeguata in quanto non in grado di coprire i costi di produzione del seme di erba medica. Auspica però che tale situazione possa migliorare nei prossimi mesi evidenziando un significativo ritiro dalla produzione sementiera di una parte rilevante delle superfici per le quali al momento è stata richiesta la certificazione delle produzioni sementiere. Il ritiro potrebbe essere favorito dalla scarsa redditività al momento garantita dalle produzioni sementiere e dalla tenuta del mercato del fieno che al momento fornisce interessanti parametri economici. Ciò potrebbe condurre ad una rivalutazione economica delle produzioni sementiere, a tutto vantaggio degli agricoltori e di un riequilibrio generale del settore che nelle ultime campagne ha visto raggiungere livelli record delle superfici investite a seme, con conseguente saturazione del mercato, dovuta anche alle elevate produzioni registrate in paesi quali il Canada e l'Australia che ha determinato un abbassamento dei prezzi sul mercato mondiale".
"Come abbiamo avuto più volte modo di evidenziare – conclude Lualdi – la qualificazione del settore passa anche attraverso una corretta programmazione delle produzioni e auspichiamo che le misure che abbiamo recentemente condiviso in seno al Comitato interprofessionale siano in grado di riequilibrare il mercato nazionale del seme di erba medica, garantendo agli agricoltori le giuste soddisfazioni economiche".
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Fonte: Assosementi