Indicato dal Comitato economico per la moltiplicazione delle sementi foraggere, "La definizione di tale prezzo non è stata semplice e ha richiesto diversi incontri del Comitato interprofessionale in quanto influenzata dai risultati produttivi di assoluta rilevanza ottenuti nella scorsa campagna, così come nella presente, e fortemente condizionata da un mercato nazionale e internazionale ancora molto bloccato" ha affermato Roberto Guarnieri, coordinatore del comitato e rappresentante della parte industriale.
"Si tratta indubbiamente di un segnale positivo che le strutture aderenti all'accordo interprofessionale hanno voluto dare al settore nell'ottica di una continua qualificazione delle produzioni sementiere italiane" ha aggiunte Guarnieri.
"Il mercato della semente di erba medica è particolare, che risente della poliannualità della coltura e nel 2018 anche di un andamento stagionale non proprio favorevole che ha visto il crollo dei prezzi rendendo la destinazione a seme non remunerativa per le aziende agricole – ha sottolineato il presidente del Consorzio degli agricoltori moltiplicatori di sementi Alessandro Lualdi - Si tratta di una produzione che qualifica il settore agricolo italiano: riconosciamo lo sforzo fatto quest'anno per sostenere un comparto che necessita comunque di una programmazione nel breve-medio periodo, per assicurare elevati standard produttivi e soddisfazioni economiche per gli operatori".
Le statistiche ufficiali del Crea-DC, anche se si tratta di dati ancora non definitivi, evidenziano che nel 2018 sono stati poco meno di 50mila (lo scorso anno erano 37.655) gli ettari per i quali è stata presentata domanda di controllo in campo ai fini della certificazione, con un trend in continua crescita ormai da un quinquennio. Riguardo le produzioni di seme al momento non sono ancora disponibili i dati ufficiali anche se le avverse condizioni ambientali registrate durante il ciclo produttivo lasciano prevedere risultati inferiori a quelli della passata stagione.
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Fonte: Assosementi