Questi i nomi dei dieci nuovi vitigni resistenti alle malattie: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius, i primi cinque a bacca bianca, i secondi a bacca rossa. Le “magnifiche dieci”, come le chiamano i ricercatori udinesi, sono il frutto di 15 anni di lavoro di ricerca e di sinergia tra pubblico e privato. Il più grande vantaggio delle nuove varietà di viti sarà la possibilità di abbattere notevolmente i costi della viticoltura, grazie al risparmio sui trattamenti. Le caratteristiche dei vitigni saranno illustrate nel corso del convegno dal titolo “Resistere per competere: presentazione delle nuove varietà di vite”, che si aprirà con i saluti del rettore dell’Università di Udine, Alberto De Toni, e dell’assessore Cristiano Shaurli.
Tra i relatori del convegno vi saranno: Raffaele Testolin, che ripercorrerà la “Storia di un progetto di successo”; Francesco Miniussi che parlerà su “L’impegno della Regione Fvg”; Enrico Peterlunger su “Le nuove varietà di vite resistenti alle malattie”; Michele Morgante su “Il contributo della genetica”; Eugenio Sartori su “Il potenziale mercato e la valenza economica dei nuovi vitigni resistenti”. Salvatore Parlato trarrà le conclusioni. Seguirà, dalle 12.30, il buffet con la degustazione dei vini ottenuti dai nuovi vitigni.
L’iniziativa è stata sostenuta da: ministero delle Politiche agricole, Regione Fvg attraverso Friuli Innovazione, Fondazione Crup, Crt e Carigo, Federazione regionale delle banche di credito cooperativo, Eurotech, Vivai cooperativi di Rauscedo e da produttori come Livio Felluga, Marco Felluga, Venica & Venica, Pierluigi Zamò e il Consorzio del Collio.
Il progetto: oltre 15 anni di lavoro
Centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni all’Unione italiana vini di Verona e i Vivai cooperativi di Rauscedo. Sono alcuni numeri del progetto congiunto di selezione di nuove varietà di vite resistenti alle malattie dell’Università di Udine e dell’Iga, avviato sin dal 1998 con lo scopo di ridurre l’utilizzo di agrofarmaci e rispondere alla situazione critica della viticoltura in Europa, attività agricola tra le più impattanti sull’ambiente, che, pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i funghicidi impiegati in agricoltura. Gli incroci sono stati eseguiti all’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” di Udine, dove a oggi si sono valutati oltre 24 mila piante derivanti da incrocio. I vitigni selezionati sono stati valutati dall’Università di Udine, in collaborazione con i Vivai cooperativi di Rauscedo, in impianti sperimentali a Fossalon di Grado (Go), in Toscana, nella zona del Chianti, e sul Collio sloveno. Nel 2015 c’è stata la copertura con brevetto europeo e internazionale delle nuove selezioni e l'inserimento delle nuove varietà nel registro nazionale italiano al ministero delle Politiche agricole. L’Università di Udine, inoltre, ha preparato la cessione dei diritti di moltiplicazione.
Vantaggi per i produttori
L’interesse dei produttori potrà essere enorme, non soltanto in Friuli Venezia Giulia, ma in tutta Italia, in Europa e negli altri Paesi a vocazione vitivinicola nel mondo. In viticoltura i costi di produzione sono elevati a causa dei molti interventi che richiede la difesa dei vigneti, e la disponibilità di varietà che non richiedono trattamenti è molto attraente.
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