Resta stabile nel 2013 il valore delle esportazioni di sementi italiane confermando i risultati raggiunti grazie all’ottima crescita vissuta tra il 2010 e il 2012, mentre salgono le importazioni. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’export dei prodotti sementieri del Belpaese ha toccato i 255 milioni di euro, bissando il dato dei dodici mesi precedenti, mentre le importazioni hanno raggiunto i 350 milioni di euro, +13% sul 2012.

La conferma dei dati raggiunti negli ultimi anni è un risultato certamente positivo. Sottolinea il buono stato di salute del nostro settore moltiplicazione - ha commentato Guido Dall’Ara, presidente di Assosementi -, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane. Le nostre sementi sono riconosciute nel mondo come sinonimo di alta qualità, ma è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a lavorare, soprattutto migliorando gli isolamenti colturali e i controlli fitosanitari”.


Le prime cinque produzioni di sementi esportate e importate, come valore
Milioni di euro, 2013
Fonte: Elaborazione Assosementi su dati Istat
Leader all’export, ancora una volta, le sementi da orto, stabili sui 90 milioni di euro e quantitativamente destinate per il 50% ai Paesi Ue e per l’altro 50% a Paesi extra Ue. Risultati positivi anche per le sementi di barbabietola da zucchero, il cui seme è stato esportato nel 2013 per un valore prossimo ai 31 milioni di euro. Conferme importanti vengono dall’erba medica, che nel 2013 registra esportazioni pari a circa 80.000 quintali di prodotto per un valore di 24 milioni di euro, mentre sorprende positivamente la performance del seme di mais ibrido, che fa segnare nel 2013 un export per un valore di oltre 30 milioni di euro.

In aumento nel 2013 invece le importazioni di sementi verso l’Italia, che arrivano a circa 350 milioni di euro rispetto ai 310 milioni calcolati nel 2012. Una crescita sensibile che fa salire il disavanzo del settore a poco meno di 100 milioni di euro, determinato dall’incremento di quasi tutte le maggiori voci di importazione: patate da seme, mais, soia (+90% sul 2012), ma anche foraggere (+110% per l’erba medica) e barbabietola da zucchero, numeri che interrompono il trend positivo che negli ultimi anni aveva visto ridursi la forbice tra import ed export. Anche in questo caso sono le sementi da orto a farla da padrone (con un valore complessivo di oltre 141 milioni di euro), che rappresentano da sole il 40% in valore delle importazioni italiane di sementi.