Soddisfazione per l'elezione di Marco Salvi a presidente nazionale di Fruitimprese. Sostegno deciso alle iniziative degli Organismi interprofessionali, per governare l'offerta di pesche/nettarine e di pere. Applicazione dell'art. 62 del decreto Liberalizzazioni. Questi i punti principali della relazione di Giancarlo Minguzzi all'assemblea regionale di Fruitimprese, l'associazione che riunisce le imprese private dell'ortofrutta dell'Emilia-Romagna, che lavorano 1 milione di tonnellate di prodotto all’anno, per 700 milioni di fatturato e il 60% di export.
Riguardo all'avvio della stagione di pesche e nettarine Minguzzi si è detto "cautamente ottimista". A inizio stagione, infatti, il prodotto del Sud non ha trovato la forte concorrenza del prodotto spagnolo a causa della scarsa produzione nelle zone di Siviglia e Murcia; quindi i prezzi sono almeno 20 centesimi al chilo superiori allo scorso anno. "Ci aspettiamo una riduzione dei prezzi nelle prossime settimane, ma la superiore qualità si nota già da ora" ha detto il presidente.
All'altro capo della filiera, la Gdo. Minguzzi ha osservato che le famiglie, impoverite dalla crisi, vedono la qualità come "un lusso che non possono permettersi". Risultato: nei mercati europei rilevanti quote di mercato si sono spostate dal segmento della qualità a quello del minor costo. "E ciò è avvenuto in un mercato già caratterizzato da un eccesso di produzione - ha notato Minguzzi - ove la dinamica domanda/offerta spinge da molti anni i prezzi al ribasso".
"Viviamo il paradosso - ha detto Minguzzi - di sentir parlare continuamente di qualità delle produzioni e vedere messa in atto una sorta di 'selezione rovesciata' che consente sbocchi di mercato solo ai prodotti più scadenti". Per risolvere la situazione il presidente della Fruitimprese emiliano-romagnola ha invocato interventi strutturali, anche a livello sovranazionale.
Quanto al governo dell'offerta, Minguzzi ha dichiarato di vedere con favore la recente determinazione dell'Oi per pesche e nettarine che ha disposto di non immettere sul mercato la seconda categoria, ammettere i calibri D solo fino al 1 giugno e il C solo fino alla metà della campagna. "Nel momento in cui la decisione dell'OI sarà ratificata dal Governo e sarà designato chi è preposto ai controlli, la stessa assumerà forza di legge e sarà possibile segnalare chi, violando le comuni disposizioni, danneggia l'intero comparto".
Verso l'Oi pera
Il progetto Oi pera sta procedendo verso la costituzione formale. L'ambito territoriale, probabilmente, comprenderà l'Emilia-Romagna, che rappresenta il 65% della produzione nazionale, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. L'obiettivo è rendere operativo l'Oi pera dalla prossima campagna di commercializzazione.
"Il primo compito che dovrà svolgere è rilevare superfici e quantità prodotte - ha spiegato Minguzzi - Sembra incredibile, ma nonostante la diffusione esponenziale di tecnologie informatiche e dell'informazione, il tanto decantato Sistema Italia non sa cosa e quanto produce".
Il vero salto di qualità? "Solo quando si strutturerà un efficiente coordinamento commerciale che potrà interloquire ad armi pari con la Gdo".
La crisi, un'opportunità?
Per trasformare la crisi in un'opportunità di crescita per il settore, Minguzzi ha indicato come via da percorrere quella dei mercati esteri, in particolare quelli dei cosiddetti Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina), che chiedono sempre di più prodotti affidabili e di qualità.
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Fonte: Fruitimprese