Il kiwi è un prodotto di grande valore, anche se sta attraversando un momento di difficoltà a causa della corrente congiuntura economica e della problematica batteriosi.
Abbiamo chiesto ad uno dei protagonisti di questo settore, Giampaolo Dalpane di Summerfruit Srl, di approfondire alcune tematiche e di spiegarci meglio alcuni aspetti della sua crescente attività in tutto il mondo.
Summerkiwi®, kiwi verde a maturazione precoce, sta diventando sempre di più prodotto di riferimento. Qual è la sua diffusione?
“A livello d’impianti siamo presenti oramai nei più importanti areali di coltivazione: nell’emisfero nord in Italia, Francia (con Summerkiwi® France), Spagna, Portogallo, Grecia e Svizzera, mentre per quanto riguarda l'emisfero sud in Cile (la percentuale maggiore), Argentina, Uruguay e Nuova Zelanda.
In quest’ultimo emisfero abbiamo appena terminato la raccolta che è iniziata a fine febbraio. Al momento ci sono in mare circa 70 container che presto raggiungeranno i porti e i mercati degli USA, Canada, Korea, Giappone e Cina. Sono invece una trentina quelli che hanno già raggiunto le loro destinazioni. In questi Paesi Summerkiwi è già disponibile sui banchi dei supermercati”.
Quale è lo sviluppo commerciale del Summerkiwi, visto anche i recenti accordi con importanti aziende e marchi?
“La neozelandese Enza è ad esempio un partner di tutto rispetto. Il progetto in corso e i primi impianti sono stati realizzati. In questo caso grazie a loro abbiamo potuto vendere in Nuova Zelanda e Australia investendo sul mercato attualmente monopolizzato da Zespri®. La produzione in Nuova Zelanda sarà quindi limitata a 100 ettari, quelli necessari a rifornire questi due mercati. Gli altri mercati saranno riforniti dagli altri paesi dell'emisfero Sud che possono esportare liberamente. Tra questi ricordiamo il Cile con l’avvenuto accordo con Dole Cile e Oppenheimer”.
Quali sono gli obiettivi prossimi futuri?
“Summerfruit vuole consolidare i suoi rapporti con i clienti che comprano prodotti di qualità sempre tenendo un occhio ai prezzi: devono essere remunerativi per i produttori e allo stesso tempo competitivi sul mercato.
Può sembrare un'ovvietà, ma è veramente essenziale vendere un prodotto pensando sempre al consumatore finale, e questa strada è percorribile legando produzione e la commercializzazione. Spesso questo aspetto non viene tenuto in considerazione da chi vende, generando insoddisfazione nel consumatore”.
Qual è la situazione per il comparto del kiwi? Quali sono le prospettive?
“Il comparto kiwi rimane uno dei più interessanti e dinamici della frutticoltura e le prospettive in termini di consumi sono molto positive. Molto interessanti sono i mercati asiatici (Cina e India in particolare) anche se sono molto esigenti in termini di qualità organolettiche”.
La batteriosi è malattia che sta creando grosse difficoltà. Qual è la situazione? Quali sono le modalità consigliate per prevenirla e controllarla?
“La nostra azienda ha deciso di rinnovare tutto il materiale vivaistico e ripartire con del nuovo sotto stretto controllo dei servizi fitosanitari regionali.
Inoltre, in areali come Cile, Argentina e Uruguay vengono commercializzate piante provenienti dai nostri vivai ubicati in zone dove la malattia non è presente (Argentina).
Al momento le regioni più colpite in Italia sono Lazio - da dove la malattia ha preso inizio - e Piemonte. In Romagna il primo focolaio ha colpito nel 2009 la varietà di kiwi giallo Hort 16 A, ma poi si è sviluppata su tutte le varietà. Inoltre da indagini recenti sembra che con il caldo la malattia rallenti significativamente il suo progredire: sarà quindi necessario in futuro avviare coltivazini in zone non troppo fredde.
Inoltre molti sono i prodotti in sperimentazione che pensiamo in poco tempo possano portare, se non alla soluzione del problema, quantomeno a un forte contenimento. Crediamo infatti che la convivenza con questo batterio sarà inevitabile. Riteniamo che debellarlo completamente sia un'operazione impossibile”.