Ad oggi la superficie dedicata a kiwi nel mondo è stimabile intorno ai 140.000 ettari con una tendenza all'incremento, dovuto in particolare al fortissimo aumento degli investimenti in Cina che vent'anni fa contavano solo poche migliaia di ettari e oggi arrivano a 65.000 ettari. Escludendo la Cina, le superfici di kiwi nel mondo hanno subito una riduzione dai primi anni novanta, come conseguenza della crisi di quel periodo, toccando il minimo nel 1997 di circa 57.000 ettari. Successivamente l'interesse verso la coltura è progressivamente aumentato fino ad arrivare agli attuali 75.000 ettari.
I dati sono forniti dal Cso - Centro servizi ortofrutticoli all'interno del Report sulla "Situazione del kiwi in Italia e nel mondo"
Dal punto di vista produttivo la Cina perde la propria importanza, rispetto alle superfici, con produzioni che, pur in aumento, hanno toccato il picco massimo nel 2006 sfiorando le 480.000 tonnellate su un totale mondiale di oltre 1,8 milioni di tonnellate.
Nei rimanenti paesi l'offerta di kiwi da circa 800.000 tonnellate dei primi anni novanta è arrivata nel 2006 a superare 1.3 milioni di tonnellate.
L'impennata del kiwi a cui si sta assistendo ha portato la coltivazione a rappresentare il 24% della produzione frutticola mondiale, contro l'11% della metà degli anni ottanta.
 
I principali Paesi produttori
La produzione di kiwi risulta altamente concentrata. Considerando la media del periodo 2005-2007, i primi cinque paesi produttori arrivano a
rappresentare l’87% della produzione mondiale e i primi dieci concentrano addirittura il 98%. Al primo posto della classifica si colloca la Cina, con oltre 450.000 tonnellate, seguita dall’Italia con 434.000 tonnellate, Nuova Zelanda, 358.000 tonnellate e Cile, 158.000 tonnellate. A distanza seguono Francia, Grecia, Iran, Giappone, Stati Uniti, Portogallo e Spagna
 
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