In Sardegna, nell'area di Oristano, questi dati vengono raccolti dai droni che sorvolano risaie, campi di mais, di sorgo ed erba medica. Le informazioni vengono poi analizzate per fornire agli agricoltori consigli preziosi per gestire al meglio i propri campi.
Queste attività di monitoraggio si inseriscono in un più ampio progetto denominato Maristanis, una iniziativa di cooperazione internazionale per la tutela e la gestione integrata delle zone umide costiere del Golfo di Oristano. Per quanto riguarda il progetto di agricoltura di precisione, che ha come obiettivo l'ottimizzazione dell'uso della risorsa idrica e degli altri input produttivi, sono stati coinvolti Medsea (Mediterranean sea and coast foundation), Coldiretti Oristano e Liverani Servizi.
L'uso dei droni in risicoltura
"Abbiamo deciso di aderire al progetto perché crediamo che la tecnologia possa aiutarci a fare ancora meglio il nostro lavoro", spiega Carlo Ferrari dell'azienda agricola Ferrari che proprio nel Golfo di Oristano coltiva riso varietà Carnaroli, Venere, Apollo ed Ermes. "Il nostro obiettivo è quello di ottenere produzioni di elevato livello qualitativo e quantitativo gestendo al meglio le risorse a disposizione, in maniera sostenibile per il territorio".Durante la stagione che si sta concludendo ogni settimana i droni di Andrea Liverani hanno sorvolato i campi di riso (oltre a quelli di mais, sorgo ed erba medica) per raccogliere dati tramite sensori multispettrali. Tali dati sono stati poi impiegati per elaborare indici di vigore in grado di suggerire all'agricoltore lo stato di salute delle piante.
Attraverso le mappe di vigore per il risicoltore è stato così facile fare sopralluoghi miranti in quelle aree sotto stress e accertarne la causa. Piante poco vigorose possono infatti essere state oggetto di attacchi fungini o di insetti oppure avere carenze nutritive o essere in stress idrico. Monitorando costantemente le piante è quindi possibile tenere sotto controllo gli effetti che una gestione innovativa della risaia ha sulle piante.
"Una parte delle risaie aziendali sono state concimate a rateo variabile, suddividendo le parcelle in cinque classi differenti in cui sono stati somministrati quantitativi diversi di concime", spiega Liverani. "Grazie alle immagini scattate dal drone è stato possibile anche procedere ad un diserbo di precisione, andando a trattare solo le aree in cui la presenza delle malerbe minacciava la produttività del campo".
Le attività effettuate in questa campagna agraria che volge al termine sono solo il primo passo verso una gestione di precisione dei campi che promette di coniugare produttività e sostenibilità ambientale. "Dopo la raccolta analizzeremo il riso prodotto nei campi gestiti in maniera tradizionale e in quelli monitorati tramite drone e valuteremo le rispettive performance per fare ancora meglio il prossimo anno", conclude Ferrari.