Le imprese agromeccaniche coinvolte saranno circa 10mila in tutta Italia. Un comparto che pesa solo per il 2% a livello nazionale, ma che si inserisce nella filiera della meccanizzazione agricola, il cui valore si aggira intorno ai 12 miliardi di euro.
“Il mondo del contoterzismo aveva la necessità di trovare un accordo, per il bene della categoria – afferma Silvano Ramadori -. Fin da subito, una volta eletto, ho cercato il dialogo con Confai, perché le imprese agromeccaniche sono protagoniste per l’innovazione tecnologica in agricoltura, per la sicurezza ambientale e sul lavoro. Insieme riteniamo che si possa meglio tutelare le imprese agromeccaniche”.
Parla di un momento storico Leonardo Bolis, presidente di Confai: “Stiamo suggellando un’intesa che ci riporta a dialogare insieme. Questo perché con la presidenza di Ramadori ho notato che le posizioni si sono notevolmente avvicinate. Mi auguro che la nascita del Coordinamento agromeccanici italiani possa portare al raggiungimento dell’obiettivo del riconoscimento dei contoterzisti nel comparto agricolo”.
I benefici, secondo il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini, “potrebbero riverberarsi positivamente, senza gravare sui conti dello Stato, sia sulle aziende agromeccaniche che sui committenti, che sono gli agricoltori”.
Il riconoscimento del ruolo degli agromeccanici in agricoltura non costituisce più, dunque, un motivo di contrasto fra le due organizzazioni. Lo afferma il vicepresidente di Unima, Massimo Alberghini Maltoni: “Non abbiamo preclusioni legate all’inquadramento, ma vogliamo che gli agromeccanici siano coprotagonisti del sistema agricolo italiano, insieme agli agricoltori”.
All’accordo era presente anche Sandro Liberatori, direttore di Enama, che “saluta positivamente l’accordo, anche ai fini della collaborazione sul piano dell’innovazione e della sicurezza sul lavoro”.
La prima uscita dalla firma del protocollo di intesa sarà il Contoterzista Day a Treviglio (Bergamo), in programma il prossimo 13 dicembre.
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Fonte: Confai