Il 30 settembre scade in Lombardia l'accordo siglato con Italatte (gruppo Lactalis) che fissa a 38 centesimi al litro il prezzo del latte. Si riapre così il tavolo delle trattative, al quale guardano con apprensione tutti i produttori di latte, visto che le decisioni prese in Lombardia, che concentra oltre il 40% della produzione italiana, si traducono in un riferimento di valenza nazionale. Gli allevatori si presenteranno al tavolo delle trattative con una richiesta di aumento, necessaria a far fronte all'impennata dei costi di produzione.

 

"Da tempo – spiega Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenzasui mercati delle materie prime per l'alimentazione degli animali continuano le tensioni che hanno portato verso l'alto i prezzi di soia e mais".

 

Il prezzo del mais (267 euro per tonnellata il 20 settembre alla borsa merci di Bologna) è il più alto degli ultimi venti anni. Stessa cosa per il prezzo della soia che ha raggiunto quota 495 euro per tonnellata, come riporta Ismea nelle sue analisi di mercato. Un record che arriva dopo incrementi anche del 70% nel volgere di sette mesi. E potrebbe non essere finita qui.
Per il mais le stime per il 2012/2013 evidenziano uno squilibrio fra domanda e offerta che potrebbe portare alla contrazione degli stock. Colpa in gran parte della siccità che ha colpito sia i territori dell'est Europa, Russia compresa, sia quelli del Midwest statunitense. Solo per la soia si attendono raccolti più elevati rispetto allo scorso anno. In Italia le cose, se possibile, vanno persino peggio. La produzione di mais è attesa in flessione del 20% e raggiungerà a fatica i sette milioni di tonnellate. E per soddisfare le esigenze di alimentazione del bestiame allevato in Italia le importazioni dovranno salire al 50% del fabbisogno complessivo.

 

"I costi produttivi – commenta Chiesa – sono schizzati alle stelle, complice l'estate siccitosa e gli elevati costi per il gasolio. Ora gli allevatori sono alle prese con aumenti non facili da assorbire per quanto riguarda i costi dei mangimi ed i problemi di approvvigionamento: molti sono con l'acqua alla gola".
"Difficile prevedere se anche gli allevatori italiani dovranno alzare la voce o se le loro richieste saranno accolte dalle industrie del latte – nota Confagricoltura Piacenza – Molto dipenderà dall'andamento del latte sui mercati internazionali, che in questi giorni stanno vivendo una stagione di rialzi per il burro e per il latte intero in polvere".