"Nonostante il Commissario Dacian Ciolos abbia ripetutamente invocato un cambiamento radicale nel modello della Politica agricola comune, - dichiara il presidente di Unima, Aproniano Tassinari - la sua proposta di riforma non va oltre una mera politica di produzione tradizionale, coniugando purtroppo il futuro della Pac al passato remoto".
Le imprese agromeccaniche italiane aderenti a Unima, Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola, assieme ai colleghi europei che compongono la Ceettar, constatano con rammarico che, malgrado le ambizioni dichiarate, la Commissione ha perso un'occasione per ridefinire come si doveva l'agricoltura europea.
Unima e Ceettar sono convinte che sia ormai giunta l'ora che la Pac inquadri il lavoro agricolo in un perimetro che vada oltre la semplice produzione. Un vero e proprio cambiamento di paradigma che implicherebbe, tra l'altro, l'introduzione di parametri fiscali e sociali in sintonia con la realtà attuale dell'agricoltura e del mondo rurale.
Prosegue Tassinari: 'Con il passare degli anni gli agromeccanici sono divenuti elementi indispensabili per il corretto svolgimento di lavori agricoli di alta qualità e per uno sviluppo economico equilibrato di tutti i territori dell'Unione europea. Nonostante l'importanza del loro ruolo sia ormai universalmente riconosciuta, tuttavia, essi si trovano costantemente ignorati dalla politica".
Allo stato attuale, la proposta di riforma preoccupa il presidente della Ceettar, Gérard Napias. "Il comparto ha sempre sostenuto l'impegno dell'Unione europea a favore di una politica agricola comune ambiziosa, ma un'attuazione efficace della riforma esige un approccio integrato".
Nei prossimi mesi Unima, tramite la Ceettar, si impegnerà affinché il Parlamento europeo e il relativo Consiglio dei ministri ripensino la strategia futura della Pac, rivedendo l'approccio tradizionale della competitività e trattando con pari dignità gli imprenditori agricoli e quelli agromeccanici.
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Fonte: Unima