L'industria italiana della macchine per l'agricoltura e il movimento terra paga la crisi con un crollo delle esportazioni

Nei mesi di gennaio e febbraio 2009 – secondo i dati Istat elaborati dall'associazione dei costruttori Unacoma – le vendite all'estero sono calate del 29% per le trattrici, del 15 % per le altre macchine agricole, e addirittura del 69,8% per le macchine movimento terra. Su questa base si può ipotizzare a fine anno un calo complessivo dell'export intorno al 20% per il macchinario agricolo, e superiore al 20% per le macchine movimento terra: un calo clamoroso per un settore che dal 2000 ha registrato una crescita pressoché costante delle esportazioni e che costituisce da sempre una delle voci attive della bilancia commerciale del nostro Paese.

"Temevamo una flessione di queste dimensioni – ha spiegato il presidente dell'Unacoma Massimo Goldoni, illustrando i dati nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione che si è tenuta il 24 giugno 2009 a Dozza (Bo) – perché sono proprio i settori più forti nelle esportazioni a risentire della crisi economica internazionale". 

"L'industria italiana delle macchine agricole - ha aggiunto Goldoni - esporta circa il 65% della propria produzione, e altrettanto il settore del movimento terra, dunque il calo della domanda sui mercati internazionali incide in modo pesante sulla produzione".

Il mercato interno non compensa il calo delle esportazioni, registrando un negativo del 2,4% per le trattrici nei primi cinque mesi dell'anno (11.518 macchine immatricolate) e del 47,8%, nei primi tre mesi, per le macchine movimento terra.

La crisi economica globale ha determinato una brusca frenata per il comparto della meccanica agricola, che sino alla metà del 2008, proprio grazie ai forti volumi d'esportazione, aveva marciato a pieno ritmo. 

Il dato sulla produzione complessiva del 2008 – che vede incrementi del fatturato del 17,9% per le trattrici, del 4,2% per le altre macchine agricole e del 5,5% per le parti e ricambi, con un volume di produzione complessivo di oltre 1 milione di tonnellate – riflette appunto il buon andamento della prima parte dell'anno, quando la crisi internazionale non aveva ancora determinato l'inversione di tendenza.

Più pesante la situazione per il settore movimento terra, che a partire da settembre ha subito un vero e proprio crollo della produzione, a causa della crisi dei settori dell'edilizia e delle grandi opere, chiudendo l'anno con un calo del fatturato del 7,9%. Sommando la quantità complessiva di macchine per l'agricoltura, il giardinaggio e il movimento terra, si ha una produzione di 1.714.000 tonnellate, per un valore di 12,5 miliardi di euro, con un incremento del 2,37% rispetto al 2007.

"E' un dato positivo, che però non dice la verità sulla situazione del comparto – ha commentato Massimo Goldoni – perché il trend dall'autunno scorso è nettamente negativo e non sappiamo quando la crisi potrà essere superata".