I prezzi del grano duro scesi al di sotto dei costi di produzione - certificati da Ismea non più di una settimana fa - lanciano l'iniziativa di Cia Puglia per prezzi trasparenti e dignitosi, che per legge non dovrebbero mai scendere sotto tali costi. E così ieri, Giuseppe Creanza, direttore di Cia Levante Bari Bat, in qualità di delegato nella Commissione Cereali della Borsa Merci di Bari ha votato contro la fissazione delle quotazioni di 280 euro alla tonnellata sui minimi e 285 euro sui massimi del frumento duro fino nazionale e di 270 euro sui minimi e 275 sui massimi per il frumento duro buono mercantile, perché tali prezzi sono ben al disotto dei costi medi di produzione, stimati da Ismea tra i 318 ed i 334 euro alla tonnellata.

Intanto Coldiretti Puglia rilancia i contratti di filiera, con un convegno che si terrà domani alla Fiera del Levante.

 

Cia, una denuncia all'Icqrf

Già la scorsa settimana Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale e presidente di Cia - Agricoltori Italiani Puglia, aveva annunciato la presentazione di una denuncia all'Icqrf, Ispettorato per il Centrale per la Tutela della Qualità e la Repressione delle Frodi del Ministero dell'Agricoltura, contro le pratiche sleali che hanno determinato l'abbassamento del prezzo del grano italiano al produttore al di sotto dei costi di produzione rilevati da Ismea, che a livello medio meridionale si attestano a circa 318 euro alla tonnellata.

 

"Nelle borse merci di Bari e Foggia", aveva spiegato Sicolo, "le quotazioni del prezzo al produttore sono scese a 280 euro alla tonnellata. Vendendo il loro grano duro, i nostri produttori non recuperano nemmeno i costi di produzione". Ismea dal canto suo ha certificato costi medi a ettaro per la realtà meridionale pari a 1.170,30 che nella realtà pugliese, con rese per ettaro pari a 3,5 tonnellate, danno un costo medio alla produzione del frumento duro pari a 334,28 euro.

 

La dichiarazione di voto del 7 ottobre 2025 a Bari

"Il sottoscritto esprime voto contrario alla quotazione del grano duro nazionale della commissione Borsa Merci Cereali di Bari in quanto è palese ed evidente che, nelle contrattazioni rilevate, vi sono violazioni rispetto a quanto prescritto nel Decreto Legislativo 198/2021 in materia di pratiche commerciali sleali tra le imprese della filiera agricola e alimentare, e nel Decreto Legge 63/2024 Agricoltura convertito nella Legge 101/2024 con quotazioni dei cereali inferiori ai costi di produzione secondo le rilevazioni Ismea". È questa la dichiarazione fatta mettere a verbale ieri mattina da Giuseppe Creanza, direttore di Cia Levante Bari-Bat, durante la riunione della Commissione Cereali alla Borsa Merci di Bari.

 

Questa dichiarazione segue alla denuncia che Cia - Agricoltori Italiani di Puglia ha presentato lo scorso 1° ottobre all'Icqrf, Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e la Repressione delle Frodi del Ministero dell'Agricoltura. Una denuncia che riguarda le pratiche sleali che stanno determinando l'abbassamento del prezzo del grano italiano al produttore al di sotto dei costi di produzione rilevati da Ismea.

 

L'azione di Cia prende in parola il disposto della normativa vigente, come modificata da ultimo proprio dalla Legge 101/2924, secondo la quale i dirigenti dei mercati regolamentati (Borsa Merci in questo caso) sono tenuti a denunciare all'Icqrf la formazione di prezzi al di sotto dei costi medi di produzione rilevati da Ismea, ove vengano a conoscenza delle condotte illecite.

 

L'analisi di Cia

Per Cia vendendo il loro grano duro, i produttori non recuperano nemmeno i costi di produzione, che si attestano sugli areali pugliesi a ben 334,28 euro alla tonnellata, come ha certificato Ismea. "Dal 2022, mentre il prezzo al produttore del grano duro italiano è diminuito del 44%, il prezzo della pasta è aumentato in media del 23% e quello del pane di oltre il 30%" afferma una nota di Cia Puglia, da dove sottolinea: "I conti non tornano. C'è uno squilibrio evidente lungo la filiera e, a farne totalmente le spese, è il primo anello produttivo, quello senza il quale non ci sarebbero pane e pasta realmente realizzati con materia prima italiana".

 

Cia Puglia chiede "non solo la corretta applicazione delle misure di Granaio Italia", ma ritiene necessarie ancora "risposte ed interventi ulteriori e urgenti da parte del Governo nazionale e dell'Unione Europea. Ancora una volta, inoltre, invitiamo i consumatori italiani a scegliere esclusivamente pasta realizzata al 100% con grano italiano, sia per tutelare la salute propria e dei loro cari sia per sostenere la filiera, i nostri produttori e la nostra economia".

 

L'iniziativa di Coldiretti sui contratti di filiera

Per affrontare le sfide del futuro e costruire un modello di filiera più forte, trasparente e innovativo, Coldiretti Puglia promuove ad Agrilevante il convegno dal titolo "Sfide del futuro: accordi di filiera e ricerca", in programma per domani 9 ottobre 2025, alle ore 16:00, nella Sala 2 del Centro Congressi alla Fiera del Levante a Bari.

 

Un appuntamento che metterà attorno allo stesso tavolo ricerca, industria, distribuzione e mondo agricolo, per delineare il percorso di rilancio del comparto cerealicolo pugliese, con l'obiettivo di garantire redditività ai produttori, qualità ai consumatori e valore al territorio.

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Al confronto con il presidente e il direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni, interverranno Pasquale De Vita, dirigente di ricerca del Crea, Nicola Mozzini, direttore generale di Sis, Giandomenico Marcone del Pastificio Attilio Mastromauro Granoro, Vincenzo Divella del Pastificio Divella, Francesco Pomarico del Gruppo Megamark, Claudia Maccarini di Fai, Filiera Agricola Italiana, Gianluca Lelli, amministratore delegato di Cai, Consorzi Agrari d'Italia.

 

Sarà anche l'occasione per sottoscrivere un protocollo per la sperimentazione delle colture cerealicole tra la Sis e la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi di Gravina, un passo importante per promuovere la ricerca e l'innovazione sul campo, valorizzando le varietà più adatte ai territori pugliesi.