Nel nostro paese si continua a parlare poco, troppo poco, di acqua.

Eppure, di acqua ce ne è troppa, o troppo poca; vaste aree del paese sono oggi in costante pericolo di inondazione ed altre oramai periodicamente soggette alla siccità. Dai primi erudimenti di fisica sappiamo che l'acqua ha un calore specifico (la capacità di accumulare calore) elevato e che è uno degli elementi più diffusi del pianeta, essenziale per la sua vita. Si parla oggi di Antropocene, l'era recente in cui l'uomo sta fortemente condizionando il clima e la vita del pianeta. In realtà negli ultimi 10.000 anni, dal Neolitico, l'uomo ha già contribuito a desertificare ampie aree del mondo. La civiltà dell'uomo - la sua fioritura o il suo declino - è quindi legata strettamente alla gestione dell'acqua, alla sua regimazione, al suo corretto sfruttamento.


Come ci insegano i climatologi, le manifestazioni del cambiamento climatico sono certamente legate ad un aumento della CO2 nell'atmosfera ma trovano una ragione ancora più cogente ed immediata nella cattiva gestione dei territori, quindi dell'acqua.

Qualche amico meteorologo mi spiega che il forte aumento delle temperature al suolo e la ridotta capacità dell'acqua di infiltrarsi nello stesso (per esempio dovuta, ma non solo, alla cementificazione), durante i mesi estivi, comportano la creazione di cupole di calore. Le cupole di calore in combinazione con correnti umide portano a disastrose piogge e quindi alle inondazioni.

In altri termini: per evitare inondazioni o siccità l'acqua va trattenuta, non fatta scorrere via il più velocemente possibile. Va trattenuta nei suoli (per esempio con adeguate pratiche agronomiche), va rallentata dalla regimazione idraulica - per impedire il dissesto idrogeologico, va mantenuta in invasi e bacini - per combattere la siccità. Tutte cose che i nostri padri conoscevano molto bene pur avendo una minimissima parte delle nostre conoscenze e capacità tecnologiche. Capacità tecnologiche che possono anche concorrere ai più terribili disastri ambientali.

 

Negli Usa le catastrofi ambientali causate dall'uomo sono più evidenti che altrove. In Lousiana, per esempio, le mirabolanti bonifiche del Mississippi stanno causando l'entrata dell'oceano ad impadronirsi di immani estensioni di territorio; o in California dove - è cronaca di questi giorni - il fuoco divampa distruggendo ogni cosa: e l'acqua non si trova. Perché è privata.

 

Ma questo è un altro discorso - di cui anche nel nostro Paese è urgente parlare: al più presto.