Rete Rurale Nazionale ha pubblicato recentemente un nuovo rapporto, nell'ambito dell'Osservatorio per l'analisi del mercato del credito, con dati della Banca d'Italia aggiornati al giugno 2023. L'obiettivo del report è stato quello di fornire un aggiornamento del contesto economico del settore agroalimentare, per poi procedere con l'analisi del credito agricolo a livello territoriale, al fine di effettuare uno studio sull'accesso al credito delle imprese agricole per gli attori coinvolti nella programmazione e attuazione delle politiche di sviluppo rurale.
In un contesto economico nazionale e internazionale difficile, dettato nel 2022 da inflazione e tensioni geopolitiche, hanno spiccato alcune note positive come la crescita delle esportazioni agroalimentari. Sotto il profilo del credito, nel 2022 il settore agricolo ha intercettato prestiti di breve e di lungo termine in bonis e non, registrando una flessione dello 0,7%, meno accentuata di quella registrata per il credito complessivo dell'economia (-2,4%), riavvicinandosi alla soglia toccata negli ultimi due anni dei 40 miliardi di euro, pari al 5,5 del totale (705 miliardi di euro).
Analizzando i dati fino al giugno 2023, i prestiti al settore primario hanno continuato a subire una flessione, questa volta più evidente, con -2,3% su base annua, in linea con il decremento del volume dei prestiti del totale dell'economia (-5%). Lo stock dei prestiti richiesti dalle imprese del settore primario per gli investimenti ha registrato invece un calo del 6,8%, seguito da un ulteriore e più negativo 7,6% registrato a giugno 2023, rispetto allo stesso periodo 2022.
Il trend negativo è imputabile in particolare alla riduzione dei crediti per la costruzione di fabbricati rurali (-15% nel 2022, -13,3% a giugno 2023). Scendono anche i prestiti per gli acquisti di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (-5%), in linea con i dati al giugno 2023 (-5,4%).
Flessione molto più lieve per i finanziamenti per acquisti di terreni (-0,7% nel 2022, anche se più impattante nei primi sei mesi del 2023, -5,4%). Nell'industria alimentare aumenta nel 2022 l'ammontare complessivo dei prestiti (incluse le sofferenze) del 3,5% rispetto al 2021. Anche nel 2023 lo stock continua ad aumentare, +2,9%.
Sul fronte della qualità del credito, la situazione in agricoltura rimane migliore rispetto all'economia in generale. Infatti, il tasso di deterioramento, ovvero l'incidenza del flusso annuale dei nuovi prestiti che entrano in default rispetto a quelli non in default dello stesso periodo dell'anno precedente, è risultato pari all'1,2% rispetto ai 2,4% dell'industria alimentare e l'1,7% del totale dell'economia.