Ai miei venticinque lettori giuro che dalla prossima settimana tornerò a questioni più tecniche.

Oggi devo obbligatoriamente tornare a parlare delle proteste agricole.

 

Una cara amica mi suggerisce che la rabbia del mondo agricolo, più o meno evidente in tutto il mondo occidentale, è dovuta alla reazione per gli spasimi finali della civiltà contadina; una civiltà che durava dal Neolitico, vecchia più o meno 12mila anni.

Un avvenimento epocale di cui pochi si stanno accorgendo.

 

Detto questo, andrei invece sulla cosa più evidente e pragmatica: i prezzi. In settimana si sono lette molte dichiarazioni di grandi esponenti della grande distribuzione organizzata (Gdo), chiamata in causa come responsabile della crisi agricola. Uno di questi, fra i più rilevanti, ha addirittura dichiarato apoditticamente: "fra agricoltura e Gdo anziché dividere ricchezza si spartisce povertà".

 

Un altro esponente di punta mi ha giurato che i margini per il settore ortofrutta si aggirano attorno all'1%. Se è così c'è qualche cosa che non funziona. Se dalla campagna allo scaffale del supermercato un prodotto quintuplica (+500%) il suo prezzo (cosa non infrequente), e nessuno è contento, allora bisognerà porsi qualche domanda.

 

Forse è necessario cambiare il paradigma: ridurre il packaging? Accorciare i canali logistici e renderli più efficienti? Di sicuro poco si può fare sull'intermediazione. La Gdo ha da anni verticalizzato quanto più possibile i canali di rifornimento, tagliando ogni tipo di intermediazione con i produttori. Sebbene il famoso art.62 (L. 24 marzo 2012) abbia voluto limitare i comportamenti sleali in campo agroalimentare non pare che i rapporti fra produttori e distributori al dettaglio si siano rasserenati più di tanto.

 

In Francia, per quanto concerne gli interventi legislativi a tutela dei produttori, sono almeno dieci anni avanti il nostro Paese. Eppure ad ogni protesta c'è ancora chi va a buttare letame davanti ai supermercati. Sempre in Francia non è oramai infrequente vedere sulle confezioni dei prodotti al dettaglio il prezzo pagato al produttore.

 

In Italia, nonostante tutti soffrano, non lo abbiamo ancora visto.